Gli emblemi protettivi di organizzazioni umanitarie non approvati o non più in uso

• Lo statista nipponico Sano Tsunetami, nato in Giappone il 28 dicembre 1822, diede vita alla Philantropic Society, un’istituzione assistenziale per gli aiuti umanitari durante la guerra di Seinan, una rivolta di Samurai contro il Governo e le Autorità imperiali. L’emblema ricorda il Nisshōki, la bandiera nazionale giapponese, che sovrasta una linea retta rossa (foto in evidenza). Successivamente, nel 1887, il Giappone entrò a far parte dell’ICRC, l’International Committee of the Red Cross, e il simbolo cadde in disuso.
• All’indomani dell’indipendenza dello Stato federale dell’India le autorità suggerirono l’adozione della ruota di Aśoka Maurya il Grande, ma la proposta fu rigettata. L’emblema rappresenta l’Ashoka chakra, raffigurazione che si riallaccia alla Dinastia Maurya e all’omonimo Impero che ebbe inizio nel 325 a.C.
• Lo Stato del Vicino Oriente della Repubblica araba di Siria, nel tentativo di conciliare due culti, propose il palmizio rosso, simbolo presente nei testi sacri di più religioni. Il progetto fu presentato all’indomani del secondo conflitto mondiale, ma l’idea fu ricusata.
• L’emblema dell’arco rosso fu una proposta della Repubblica dell’Afghanistan, ma anche in questo caso il disegno fu respinto.
• La Repubblica araba-africana del Sudan propose l’immagine del rinoceronte rosso, ma alla fine fu scelto l’emblema della Red Crescent.
• L’agnello rosso fu proposto dallo Stato dell’Africa Centrale dell’ex Congo belga, la Nazione che divenne poi Zaire e successivamente denominata Repubblica Democratica del Congo. L’icona ricorda un elemento evangelico della religione cristiana, l’Agnus Dei.
• L’unalome è un’allegoria induista che simboleggia il lungo percorso verso la rivelazione. Il Regno di Thailandia, l’allora Siam, costituì nel 1893 la Red Unalom Society, associazione umanitaria che cambiò successivamente nome in Siam Red Cross Society e in seguito in Thai Red Cross Society. La Regina Saovabha Bongsri, moglie di Re Rama V del Regno di Rattanakosin, ne fu la Presidente. Nel 1921 la Thai Red Cross Society fu affiliata all’International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies.
• Le autorità della Repubblica libanese proposero il cedro rosso: il Cedrus libani, albero delle pinacee, è presente anche nella bandiera nazionale e simboleggia l’imperituro e la perseveranza. Chiaro è il riferimento nei Salmi 92:13-15.
• Lo Stato dello Zimbabwe dell’Africa meridionale propose l’icona rossa pentastellata, presente anch’essa, come nel caso del Cedrus libani, nella bandiera nazionale. Attualmente la Repubblica presidenziale dello Zimbabwe ha in adozione l’emblema della croce rossa.
• Il simbolo rosso esastellato, sigillo del III Re d’Israele, fu adottato nel 1930 da un’associazione palestinese di soccorso, la Magen David Adom in Israel (Scudo di David Rosso in Israele), ma l’icona non trovò conferma nelle sedute delle successive Conferenze elvetiche.

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