Federica Festa presenta “La scomparsa di Emanuela Orlandi”

Lo spettacolo è intitolato: “Il volo delle farfalle” – Il 22 giugno 1983 Emanuela Orlandi scompare all'improvviso, a una fermata d'autobus. I tanti fili interrotti che compongono la trama della sua scomparsa trovano solamente muri di silenzio. Le telefonate dei ”rapitori”, le dichiarazioni di Papa Giovanni Paolo II, le possibili connessioni con Ali Agca, il Fronte Turco… 26 anni di buio, fino alla rivelazione di Sabrina Minardi, la superteste compagna di uno dei Boss della Banda Della Magliana che apre altri scenari sui mandanti di questo insolito rapimento… tante tessere che danno vita a un giallo che  non sembra trovare soluzione.
“Nostra figlia” ha dichiarato il padre, Ercole Orlandi, “è stata rapita da un'organizzazione così potente, così efficiente, che non aveva nessun timore degli inquirenti italiani. È un intrigo internazionale. Dietro la scomparsa di Emanuela si sono mossi grossi apparati. Servizi segreti, centrali di spionaggio straniere, ben organizzate, ben protette, con infinita libertà di movimento.”
 Nello spettacolo che Federica Festa ha dedicato a uno dei più  oscuri misteri degli anni Ottanta tre personaggi  femminili danno voce e corpo alla storia: una venditrice di souvenirs del Colonnato di San Pietro, una suora, la sorella della Orlandi. Tutte e tre toccate in modo diverso da questa scomparsa.  La ricostruzione dell’intricato destino di Emanuela diventa  una grande sfida al silenzio, all’omertà, ai depistaggi che  hanno lasciato la famiglia Orlandi sola, accanto all’ombra di un’assenza.
“Lo spettacolo  nasce da un commistione di sensi del dovere: di donna, di romana, di italiana, di attrice, di coetanea” è così che Federica Festa presenta il suo nuovo spettacolo, diretto e interpretato come di consueto da lei stessa.
“Io avrei la stessa età di Emanuela “dice” se lei non fosse stata sottratta all’attesa di quell’autobus. Come lei, da adolescente passeggiavo spesso intorno tra san Pietro e Largo Argentina, come lei suonavo il flauto, indossavo jeans e scarpe da ginnastica. Mio zio era Monsignore, viveva nella Canonica del Vaticano e ho respirato a lungo nelle domeniche in visita a Zio Don Mario l’aria mista di Talco Roberts e mirra di quelle sale silenziose e vuote, dove poter parlare solo sottovoce e camminare a testa bassa.
Sono cresciuta con la storia della  scomparsa di Emanuela e i primi giorni  dopo quel 22 giugno 1983 i miei genitori mi dissero che non volevano che uscissi più da sola.”
 Oggi questo mistero Federica Festa lo vuole guardare in faccia. Per conoscerlo meglio, per averne meno paura, mostrando dall’inizio alla fine e attraverso una puntuale analisi delle diverse sentenze della Procura di Roma e delle interviste ai protagonisti, ai testimoni, ai familiari, lo scenario completo di questa insoluta tragedia.
 

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