I linguaggi della scena incontrano i linguaggi del digitale con Fringe Tube

Non un semplice adattamento di spettacolo, ma una sperimentazione di nuovo linguaggio ibrido e integrato che faccia incontrare le forme della scena con quelle del digitale nelle sue diverse forme: era questa la sfida lanciata dal Roma Fringe Festival 2021 con la sezione Fringe Tube che ha raccolto quelle nuove istanze e nuovi interrogativi che si erano presentati in pandemia e non solo.
Vincitore della sezione, al suo debutto, è il progetto (Neo)futurismOnline, opera digitale di Marco Bianciardi, Andrea Fagioli, Ugogiulio Lurini e Lorenzo Marzocchi, che il 12 settembre alle ore 21.00 verrà ripresa in diretta al Teatro Trastevere di Roma, per l’occasione scenario del Nuovo Teatrino Sintetico Futuribile, e trasmesso in streaming su Teatro.it e contemporaneamente sulle piattaforme del Gothemburg Fringe Festival e del Let’s Be Together Arts Festival di Hong Kong a cura di Kairosartshk.
“L’idea di Fringe Tube” spiega il Direttore Artistico Fabio Galadini “è nata per marcare la differenza tra ciò che è il Teatro e ciò che dovrebbe essere la creatività in rete. Il Teatro resta carne e sangue sulla scena ma il Roma Fringe Festival, sempre attento ai nuovi reali, vuole indagare le nuove forme e le nuove drammaturgie che questo momento storico sottopone alla nostra attenzione. Linguaggi noti vengono pensati progettati per una esclusiva diffusione su piattaforme digitali: l’idea artistica si intreccia con nuove forme di fruizione, ampliandole e integrandole”.
(Neo)futurismOnline – prodotto laLut Centro di Ricerca e Produzione Teatrale in collaborazione con la Corte dei Miracoli Centro di Arti e Culture Contemporanee, col sostegno della Fondazione Toscana Spettacolo nell’ambito del progetto Così remoti. Così vicini – è la seconda serie di Teatrino Sintetico Futuribile: una puntata interamente dedicata a F.T. Marinetti, fondatore del futurismo, con la messa in scena/onda in 3 episodi di una delle sue sintesi più articolate e complesse: Bianca e Rosso, da Marinetti stesso definita “trisintesi”. I 3 episodi verranno trasmessi in diretta dal nuovo teatrino sintetico, preceduti e seguiti da una trasmissione video pre-prodotta di cucina futurumorista, durante la quale un cuoco si cimenterà nella preparazione di una cena secondo i dettami contenuti nel Manifesto della cucina futurista di Marinetti e Fillia (con amplificazione, in senso rumorista/bruitista dal punto di vista musicale, di pentole, elettrodomestici ed altro materiale usato per la preparazione delle ricette). Chiuderà la serata la trasmissione del videodocumentario sulla preparazione e messa in rete delle prime 3 puntate di TSF. I 5 attori reciteranno in remoto ma rigorosamente in diretta, dalle proprie sedi, trasmettendo la propria immagine e la propria voce agli smartphone/avatar che fisicamente occuperanno e animeranno la scena in quanto teste di altrettante marionette, manovrate da 3 burattinai fisicamente presenti sul palco del teatro, mentre altri smartphone/spettattori riprenderanno l’azione scenica per trasmetterla ai computer di regia che a loro volta trasmetteranno in rete. Cosicché, mentre gli spettatori in remoto vedranno in tempo reale quel che avviene in scena, secondo il punto di vista degli smartphone/spettatori, gli spettatori fisicamente presenti in teatro potranno assistere per così dire all'”operazione a cuore aperto”, avendo la possibilità di vedere sia la stessa ripresa che vedranno quelli a casa, sia le operazioni dei tecnici che lavorano alla trasmissione, muovono i fantocci, ecc.
“La visione di questa sorta di pièce per smartphone” commenta Mario Costa, Professore emerito di Estetica dell’Università di Salerno ed autorità dell’ambito dell’estetica dei nuovi media e delle neotecnologie “risulta immediatamente piacevole e sembra richiedere un atteggiamento fruitivo ingenuamente infantile, come se si trattasse di una rappresentazione per bambini. Ma attenzione. Dal punto di vista concettuale essa risulta estremamente complessa, non solo perché fa vacillare e ridefinisce le nozioni di teatralità, di attore, di pubblico, ma perché attiva e dà a vedere quella nuova fenomenologia dello spazio-tempo e quel diversificarsi e dissolversi della presenza che caratterizzano il nuovo ambiente tecno- antropologico nel quale stiamo, inconsciamente, vivendo”.

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