Turner, autentificati tre quadri ritenuti falsi

Dal “Cupido dormiente” di Michelangelo alla cosiddetta “Beffa di Modigliani” l’attività falsaria nel corso dei secoli ha dato filo da torcere a periti e studiosi. Se in un primo momento, come lo stesso Michelangelo ci insegna, gli artisti ricorrevano alla falsificazione per necessità pecuniarie, successivamente tale occupazione iniziò a ricoprire un ruolo sempre più gravoso sulle botteghe d’apprendistato rinascimentali, probabilmente per brama di denaro, dal momento che le riproduzioni di artisti famosi erano di gran lunga molto più dispendiose rispetto a quella che, verso la fine del XVI secolo, poteva essere un’opera di Michelangelo. È quindi possibile che sotto un quadro di un noto artista vi possa essere un altro nome, magari quello di un seguace che ammirando i quadri del proprio beniamino ne ha carpito i particolari sino a plagiarlo, o addirittura un infallibile falsario.
Recentemente a seguito di accurate ricerche e segnalazioni è stato appurato che ben tre opere del famoso pittore inglese William Turner, ritenute fino a non molto tempo fa dei clamorosi falsi, relegati nei depositi dei musei, siano invece tre quadri originali ("Il faro", "A largo di Margate" e "La banchina di Margate") facenti parte di un lascito fatto dalle sorelle Davies. Martin Butlin, esperto della tecnica pittorica di Turner ha più volte dichiarato fermamente che le tele attribuite al pittore erano in realtà delle copie e le sorelle Davies delle ingannatrici. “A volte si cambia idea quando ci sono le prove” – questa la sua dichiarazione in seguito all’analisi delle opere ai raggi X.
Elemento inconfutabile dell’autenticità dei dipinti è stata la stesura del colore: l’artista inglese non applicava la pittura direttamente su tela, ma pare vi applicasse, in un primo momento, un impasto a base di stucco per poter conferire volume all’opera, altro passaggio poi era quello di eseguire rapide pennellate non lineari. Il mistero è dunque svelato, ma se non fosse l’unico caso di una valutazione errata? Ciò che è certo è che adesso le opere sono al sicuro, esposte a fianco di altri quattro dipinti facenti parte del lascito fatto al National Museum of Wales a Cardiff.

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