Centro accoglienza immigrati: accordo colo con la Regione Campania

Grande levata di scudi di associazioni e partiti politicamente corretti riguardo al progetto del centro di accoglienza per immigrati in viale Ellittico proposto dalla Regione Campania. Una difesa ideologica e certamente scontata per un affare poco chiaro. Nell’ambito del PON, una sigla in burocratese, che sta ad indicare finanziamenti per la sicurezza e l’ordine pubblico, la giunta regionale della Campania si è lanciata a capofitto per realizzare in solo tre mesi un piano particolareggiato per la spesa di circa sette milioni di euro. “Una solerzia strana per un ente, quello di via Santa Lucia, sempre in affanno” – ha affermato Pasquale Costagliola presidente di Terra Nostra – “e che da anni guarda al  progettato e costruendo policlinico di Caserta con tempi biblici. Quello che dovrebbe essere uno sportello rinforzato con annessi uffici di disbrigo pratiche è diventato un complesso ed articolato ambito operativo con strutture per l’avvio al lavoro oltre che all’alfabetizzazione. Non siamo in presenza di un rifacimento dei tetti tout court del canapificio, considerata anche la spesa a sei cifre. Chi ha letto il progetto” – ha sottolineato Costagliola – “sa bene che ristrutturazione implica abbattimenti e rifacimenti e quando si presta acquiescenza a queste operazioni, anche in nome di principi umanitari si è tradito lo spirito di difesa del territorio. Tutti hanno una ragione per mettere mano agli assetti urbanistici. Anche Pagano voleva salvaguardare e migliorare l’aspetto paesaggistico dell’area con supermercati interrati mentre altri volevano pedonalizzare viale Douhet interrandolo. L’inferno è lastricato di buone intenzioni” – ha aggiunto l'esponente ambientalista – “ma se la buona fede di alcuni ragazzi che hanno scelto per missione la tutela dell’immigrazione è per certi versi comprensibile, fa specie il doppiopesismo delle vocazioni ambientali. Tra l’altro persone portate a giudicare con il bilancino ogni possibile modifica del territorio (almeno a chiacchiere), oggi, rispetto al centro immigrati, abbondano in laissez faire, mostrando o di non aver letto le carte o di nascondere e nascondersi la verità. Fanno capolino nei discorsi pro centro anche visioni oscurantiste, per cui il degrado in cui si trova Caserta e piazza Carlo III non possono precludere altre “effrazioni” buoniste allo status paesistico architettonico. Una sorta di notte” – prosegue Costagliola – “in cui tutte le vacche sono nere. Questo atteggiamento, questa visione partigiana delle cose è uguale a quella degli speculatori nostrani che parlano di occupazione, progresso. Un idem sentire con cui si confonde la realtà nell’amalgama di destra e sinistra e che ha  portato Caserta all’invivibilità. Il tutto” – ha concluso – “è condito dalla immancabile retorica dell’umanità e delle denunce di spirito reazionario, una salsa che non guasta mai nei banchetti della gauche caviar innamorata del buon selvaggio ma che serve come paravento agli affaristi della regione”.

 

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