La città da tempo è diventata un “recessum locum”

L’ipotesi di allocare un centro di permanenza per extracomunitari (CIE) sul viale Carlo III^ fa il paio con la riconferma di Bertolaso della cava Mastroianni quale discarica provinciale. Continua il trend tutto in negativo per il nostro territorio che paga le pene di una autentica colonizzazione. “Caserta è da anni un recessum locum, un area di degrado” – ha affermato Pasquale Costagliola, Presidente dell’Associazione “Terra Nostra” – “a cui sembrano attribuirsi solo disgrazie e catastrofi. Cogliamo l’occasione per ricordare che rispetto alla questione rifiuti non si sono fatti minimi passi di valenza strutturale. L’unica soluzione adottata è stata la raccolta indiscriminata di rifiuti nel sistema delle discariche, un metodo condannato dalla Unione Europea e per il quale sono in atto delle sanzioni per milioni di euro contro l’Italia. Dalla creazione del sottosegretario con poteri speciali in continuazione della figura del commissario per l’emergenza rifiuti” – ha sottolineato Costagliola – “nessun impianto di compostaggio per l’umido è stato allestito. Si è puntato, invece, solo sulla apertura del termovalizzatore di Acerra, ma, in realtà, si continua a rinviare l’inaugurazione di questo impianto. Il fatto dimostra che non erano le resistenze  popolari  a bloccare l’inceneritore ma l’incapacità della società di gestione ad attuare il progetto. Il contorno di questa situazione mette in evidenza la cronica incapacità dei comuni ad avviare la raccolta differenziata, con il caso della città di Caserta che annaspa ai limiti del crollo ambientale. In tutto questo caos” – ha concluso l’esponente ambientalista – “la possibile apertura di un CIE sullo storico viale che porta a Palazzo Reale sarebbe un autentico colpo di grazia. Queste due decisioni, la riapertura della  discarica e l’allestimento del CIE significherebbe destinare questa area alla distruzione totale”.

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