Disabile maltrattato e spedito in fondo alla sala

Che la città di Caserta non fosse adeguata circa l’adeguamento alla normativa dell’abbattimento delle barriere architettoniche non è un mistero per nessuno, ma che su queste insufficienze si innestasse l’arroganza e l’ostinazione di chi detiene il potere è una novità, considerando il normale spirito di umanità dei casertani. Invece oltre al danno del mancato rispetto della legge si deve registrare l’indifferenza, la mancanza di garbo e di stile. “Questo insieme fastidioso di illegalità e cattiva educazione” – ha affermato il dottor Figlioli Gennaro, medico dell’ospedale Cardarelli di Napoli – si è riversato su di me e sulla mia famiglia. Domenica scorsa volevamo assistere allo spettacolo di Sal da Vinci nel teatro comunale di Caserta insieme a mio figlio, diversamente abile. Come da accordi presi al botteghino per usufruire dell’abbonamento, mio figlio è stato fatto accomodare nelle ultime poltrone dell’ottava fila, di modo che fossimo vicini. Un accordo chiaro ed esplicito” – sottolinea il dottor Figlioli – “che viene dismesso improvvisamente e vede l’intervento addirittura di una persona qualificatasi quale direttore artistico che impone, senza contraddittorio, lo spostamento di mio figlio invalido in una raffazzonata alternativa dei posti laterali. Una soluzione impraticabile che lasciava mio figlio solo in una posizione lontana dai suoi genitori. Ma nessuna replica è stata ammessa” – ha ribadito il medico – “pur con un abbonamento che prevedeva la posizione iniziale occupata da me. Peraltro, la dissuasione e la rottura del precedente accordo veniva consumata coram populo, di fronte ad una platea di circa cinquecento spettatori, alla faccia della tranquillità, del decoro e della cortesia. Una sceneggiata pubblica i cui risvolti per mio figlio saranno certamente pesanti in termini psicologici. Tutto questo nella consapevolezza di essere fuori dalle norme oltre che dell’umanità. A tanto clamore e contrapposizione ho pensato bene di cedere il campo per il bene di mio figlio, lasciando il teatro malgrado il possesso dell’abbonamento”. Dell’accaduto, ha poi fatto sapere il professionista, sono stati informati i responsabili politici ed amministrativi quale l’assessore Gigliofiorito, e i genitori si riservano di ricorrere alle autorità giudiziarie per esporre le mancanze del teatro rispetto alla normativa di riferimento per l’abbattimento delle barriere architettoniche. A tutelare i diritti del giovane sono anche le associazioni dei disabili quali la UILDM di Mina Bernieri già in campo a portare solidarietà attiva alla famiglia Figlioli.

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