“Notti bianche metropolitane”

Enzo di Micco I valori vanno sempre più scomparendo e ad  essi subentrano nuove mitologie  legate ai costumi:  trionfa il telefonino all’ultimo grido, il giubbotto firmato o la moto che si porta quest’anno. Tutto solo per apparire belli, accessoriati e abbronzati  sia d’inverno che d’estate. Giovani, ognuno con la propria cultura e idea di violenza, ma tutti risucchiati dal mito  del branco, della “paranza” perché se fai  parte del branco sei buono;  in caso contrario sei tagliato fuori.
E’ il panorama illustrato da Antonio Moretti nel suo libro – denuncia,  dal titolo “Notti bianche  metropolitane”. L’autore, peraltro sociologo  che  nel ’84 mette  in piedi  il Centro sociale  giovanile di Torre del Greco, è  dedito  all’assistenza di minori e famiglie in difficoltà. Moretti, dunque, trascrive   nelle sue pagine l’esperienza di studi  e  di lavoro  acquisita  sulla  propria pelle, seguendo e recuperando  i ragazzi  di strada, talvolta  arrivati  perfino a prostituirsi  pur di mettere da parte  qualche soldo per il “pass”  del sabato sera in discoteca, per un look adeguato  e per le pasticche da ingerire  durante la notte. Un libro che  Moretti  ha scritto con minuzioso stile sociale, alla portata di tutti  e con  grande sensibilità verso il prossimo, con il  solo fine di augurare a quei ragazzi  che cadono in tali insidie, di rialzarsi con slancio e determinazione per affrontare la vita in modo sereno. D’altro canto le righe semplici e  scorrevoli nella lettura, ti penetrano nella coscienza facendotela scuotere e  nel contempo portandoti a riflettere  su  giovani  incappati in  vicende drammatiche e sconcertanti.

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