Festeggiato il nonnino.

Mario Monaco ? uno fra i pi? assidui frequentatori dell’associazione socio culturale “Dea Sport” e, senza alcun dubbio, “il pi? giovane”: 93 anni compiuti il 15 novembre scorso. Nel giorno del suo compleanno abbiamo invitato “zio Mario”, come tutti lo chiamano, a raccontarci le sue numerose disavventure. “Nacqui a Bellona il 15 novembre 1912 e convolai a nozze, la prima volta, nel 1935, con Angelina Rotondo che diede alla luce due splendide bambine: Filomena e Pierina, oggi di 65 e 63. A causa di una acuta nefrite mia moglie mor?. Aveva in grembo un maschietto. Mi risposai con Margherita Russo da Vitulazio. Da questo secondo matrimonio nacquero cinque figli. Nel 1936, anno in cui molti italiani si recavano a lavorare nelle nostre colonie in Africa, partii anche io ma, a causa di un contrordine, fui inviato in Spagna dove era scoppiata la rivoluzione di Francisco Franco. Rimasi in Spagna diciotto mesi e partecipai a strenue battaglie. Ho visto morire tanti giovani in nome della libert?. Iniziai a scrivere un diario ma, purtroppo, ? andato perduto. Dopo la guerra di Spagna partii volontario in Cirenaica dove rimasi fino allo scoppio della 2^ Guerra Mondiale. Fui arruolato e feci parte del 10? Corpo d’Armata Italiano. Lavorai nelle retrovie del fronte per ricostruire strade dissestate dai bombardamenti, ponti e fortificazioni. Fui coinvolto in tutte quelle situazioni che venificarono la nostra speranza di vittoria, prima fra tutte, l?impossibilit?, da parte delle truppe italo tedesche, di occupare Alessandria d’Egitto a causa del mancato arrivo di carburante. Circolava voce, tra i militari, che il generale tedesco Edwin Rommel, piangesse con lo sguardo rivolto verso Alessandria d’Egitto lontana poche diecine di chilometri. Il nostro 10? Corpo d’Armata fu quasi tutto distrutto. Molti furono i prigionieri ed io fra loro. Fummo portati con una vecchia nave da guerra in India. Durante i tre anni di prigionia in India, nel campo di Bangalor, un pomeriggio appresi dalla radio inglese dell’eccidio dei 54 Martiri di Bellona. Provai immenso dolore quando seppi, dopo alcuni mesi, che, tra quelle vittime innocenti, c’era anche mio carissimo amico, Cesare Della Cioppa. Era il 1943 quando da Bangalor fummo trasferiti a Bombay a causa dell’esplosione di una nave carica di munizioni. Tutta la citt? di Bangalor sub? gravi danni e molte furono le persone che perdettero la vita. In seguito inviai una richiesta al comando inglese: chiedevo di essere arruolato ed inviato a Montecassino per combattere contro i tedeschi. La mia richiesta non fu accolta; fui inviato, invece, in Inghilterra dove lavorai sulle colline di Buckstone e nelle vicinanze di Londra. Da qui fui trasferito in Scozia a Edimburgo. Ritornai in Italia nel 1946. Nel 1956 mi recai in Germania dove lavorai per ricostruire strade, case. Lavorai a Colonia, completamente distrutta dai bombardamenti alleati, e a Monaco di Baviera. Rimasi in Germania per ben 16 anni. Nel 1974 ritornai definitivamente in Italia, a Bellona?. Queste le disavventure di Mario

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