Sant’Agata dei Goti crocevia della storia campana

Dalla preistoria al tempo dei Sanniti, dal mondo romano al normanno Rainulfo, dagli aragonesi ai Caracciolo, Sant’Agata dei Goti, adagiato su uno sperone di tufo nella Valle Caudina, alle falde del Monte Taburno, è un paese crocevia della storia campana, conosciuto per la sua bellezza selvaggia, la vegetazione rigogliosa, i prodotti tipici e monumenti densi di storia.
Pur affondando le radici in tempi antichissimi, non disdegna la modernità e offre al turista e al forestiero tutto ciò che può cercare: ospitalità, buona cucina, arte, paesaggi incantati e posti dove divertirsi e rilassarsi dall’alba a dopo il tramonto. Per gustare quanto ha da offrire questa terra magica, è preferibile perdersi nel paesaggio con passo lento e scoprire tutto ciò che di bello è disseminato lungo il suo variegato territorio.
È uno di quei paesi che attraverso il suo passato e il suo presente non resta mai muto, che trascina le voci e i volti dei suoi abitanti, le infinite memorie di pietre e di sassi, i tempi di pace e di guerra, il mondo dei silenzi odorosi delle notti estive.
Rinomato per la produzione agricola, dai cereali alle ciliegie, dalle mele annurche all’olio extravergine di oliva, si è oramai affermato per la produzione di prelibate uve da vino. È una passione antica e senza soste del mondo contadino e imprenditoriale che ha saputo catturare il sapore e il profumo della collina campana
Sant’Agata dei Goti è una città tutta da scoprire, e anche per le sue bellezze architettoniche. Il centro storico, dominato dai resti del castello ducale, costruito dai longobardi e poi restaurato nel corso dell’XI secolo dai normanni. Tutto il centro storico conserva edifici sacri di gran pregio. Tra questi figura la cinquecentesca chiesa dell’Annunziata, dalla maestosa facciata progettata dal Vanvitelli: a tre navate, conserva al suo interno marmi e decorazioni a stucco. Ornamenti di singolare fattura decorano anche la seicentesca chiesa di San Gabriele Arcangelo, a pianta ellittica: dotata di una facciata in stile neoclassico, è stata edificata sui resti di una costruzione religiosa risalente al 959 d.C.
È proprio il caso di affermare che il toponimo del paese, che deriva dal latino area, areola, “piccolo spazio” non rende, per così dire, giustizia alla grandezza del paese, forgiato nel metallo della fatica e del sudore dei suoi abitanti.
Coloro che intendono visitare questi incantevoli luoghi, possono usufruire dei collegamenti del servizio pubblico da qualsiasi direzione o, in perfetta autonomia, con mezzi propri.

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