La “N’zilla” di Cerreto Sannita e la notte magica di San Giovanni

Con queste note vi conduco dalle mie parti, dove la prossima notte, sarà quella “d’a n’zilla”.
La notte tra il 23 e il 24 giugno, quella di San Giovanni, reca con sé da sempre, rituali e magie: le janare, streghe sannite, volano nude a cavalcioni di un manico di scopa o di un bastone per raggiungere un corso d’acqua e una volta identificato il posto giusto, attorno ad un albero iniziano i loro riti satanici e orgiastici.
La leggenda racconta che ciò avviene anche a Cerreto Sannita, nel Sannio beneventano, dove in contrada San Giovanni, nei pressi della cappella dedicata al Santo, ritenuta magica perché risparmiata dal terribile terremoto del 1688 che rase al suolo il paese intero e che anzi servì da rifugio per i sopravvissuti al sisma, vicino al ponte sul torrente Turio, durante la notte magica delle janare, appare la “n’zilla”, una strega giovane e bella vestita di veli, che balla per ore su una trave infuocata sospesa sul torrente, ricordando la perfida principessa Salomè, figlia di Erodiade che aveva chiesto in dono, ottenendola, al re Erode Antipa la testa di Giovanni Battista.
Diverse sono le ipotesi nate intorno al termine “ n’zilla”. Per molti deriverebbe da “Ancella”, giovane donna al servizio già delle matrone romane, per altri da Zitella, donna dal carattere bisbetico, ma non proprio adatto alla n’zilla perché identifica una donna già in là con gli anni, per altri ancora deriverebbe poi da Donzella, giovane e bella donna ancora non maritata.
Secondo alcuni cerretesi, il temine potrebbe aver avuto origine da “Nziria” che in napoletano significa capriccio, bizza, a simboleggiare proprio il capriccio di Salomè che istigata dalla madre fece decapitare il Battista: il verbo inzillare, in cerretese infatti significa istigare, insinuare.
Oltre alla “n’zilla” e alle sue “colleghe” janare, il 24 giugno è giorno di tradizioni e riti.
La notte “delle streghe”, legata al solstizio d’estate, è considerata magica sotto tanti punti di vista. Possiede un’aurea di mistero, ricca di simboli esoterici e religiosi e pare che se “celebrata” possa portare fortuna.
Tante tradizioni sono legate a questa notte: fuochi da attraversare, falò inneggianti al sole, albumi di uovo che messi in una bottiglia contenente per metà acqua, all’alba si trasformano in velieri o simboli magici nei quali poter leggere profezie per le prossime spose, per affari da combinare, per concepire figli.
È la notte dedicata a San Giovanni, esattamente sei mesi dopo la nascita di Cristo.
È anche la notte del nocino, famoso e squisito liquore, le cui noci, ingrediente principale, vengono raccolte proprio la notte di San Giovanni, al più tardi il mattino seguente da donne con i piedi scalzi, una tradizione che si lega alla magia con il rituale del Sabba delle janare attorno al “noce di Benevento”, albero sacro delle streghe dove si riunivano per i loro riti magici e l’incontro con il Diavolo.
Cerreto Sannita è pronto ad accogliere la prossima notte, in contrada San Giovanni chiunque abbia voglia di mistero e piccoli brividi sulla pelle. Basterà unirsi al canto che i cerretesi intoneranno per esorcizzare l’influenza malefica che la giovane strega potrebbe portare con sé “ Oh n’zilla, n’zilla che facisct’? Facisct’ taglè a chèpa a San Giu’uann’ Battisc’ta” (“Oh n’zilla, n’zilla che facesti? Facesti tagliar la testa a San Giovanni Battista”.

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