L’esplorazione del suono nel sassofono del giovane Daniele Palma

Il sassofono nelle mani di Daniele è poesia e musica pura.
Daniele Palma ha concluso i suoi studi esibendosi nel Recital finale di Biennio di secondo livello nella sala della Casa della Musica del Conservatorio Stanislao Giacomantonio di Cosenza. Un importantissimo traguardo dalle porte spalancate verso un futuro da cogliere a piene mani e che già traspare grazie alla bellezza del programma interpretato con accanto il pianista Simone De Vivo. L’affiatamento fra i due artisti ha permesso un’esecuzione brillante e un ascolto molto attento guidato, inoltre, dalla narrazione di Daniele.
Narrando, ha anche messo in luce l’influenza esercitata dallo studio iniziato nel Conservatorio cosentino e poi proseguito al Royal Birmingham Conservatoire in Inghilterra e nel Conservatorio Superior de Música di Oviedo in Spagna.
Interpretando, con accanto il pianoforte di Simone, il giovane musicista ha anche evidenziato il passaggio dal particolare lirismo dell’Opera, con la Fantaisie Brillante su temi tratti dalla “Carmen” di Bizet (nell’arrangiamento per sassofono contralto di Iwan Roth e Raymond Meylan), alla ricerca più attenta della musica pura.
Infatti, con il secondo brano del programma, Back to Bach di Jean-Denis Michat, gli interpreti hanno permesso al pubblico presente di apprendere in musica la traduzione del termine “coalescenza” voluta dal compositore, ossia l’unione di elementi per formare un tutto. Una fusione musicalmente evidente nelle opere di Michat, in cui le melodie di Bach sono rivisitate in chiave contemporanea.
Mary Fields, conosciuta anche come Stagecoach Mary e Black Mary, è stata la prima postina donna afroamericana negli Stati Uniti, aveva un temperamento anticonvenzionale, per essere una donna. Fumava, diceva parolacce, girava con le pistole cariche, lottava, beveva… stava segnando il terreno in un momento in cui gli afroamericani venivano attaccati per qualsiasi cosa, per questo era trattata come un’eroina. Ecco perché, il solo di sassofono a lei dedicato e composto nel 2018 da Shelley Washington intitolato Black Mary, è come una turbolenta escursione piena di colpi di scena. E fra questi, musicalmente, l’accompagnamento ritmico del battito ritmato dei piedi, in sostituzione delle percussioni.
Ha fatto seguito ancora la Melbourne Sonata di Barry Cockcroft: una composizione tecnicamente molto impegnativa, ma in generale la musica di questo compositore adotta con successo la letteratura del sassofono tradizionale integrandola con le tecniche del sassofono contemporaneo. Questa combinazione di suoni familiari con nuove idee ha permesso al pubblico di tutto il mondo di apprezzarne e comprenderne la musica.
Deconstruct, di Jenni Watson, è stata l’opera che ha completato l’esibizione di Daniele Palma al suo Recital finale. Per spiegare la tecnica di composizione occorre premettere che decostruire è un lavoro ispirato al processo di reverse engineering (ingegneria inversa) e quindi vengono destrutturati in successione vari piani sonori che, prima di culminare in un finale intenso, aprono ad un corale molto morbido. Commissionato da Alastair Penman, il brano può essere giocato acusticamente con la traccia di accompagnamento o con effetti opzionali di riverbero.

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