“Chronos: Ora X” di Patrizio Ranieri Ciu

“Libro ingresso” è la sorprendente iniziativa culturale che FW Produzioni s.r.l. lancia con il supporto di Umberto Galimberti in collaborazione con Ali della Mente proprio in occasione della prima assoluta dell’opera “Chronos: Ora X” di Patrizio Ranieri Ciu.
L’originale idea è quella di “interpretare” un libro come biglietto di ingresso per lo spettacolo.
È l’acquisizione del libro infatti a dare diritto al posto in teatro per assistere alla rappresentazione.
“Libro ingresso” è un libero ingresso nel pensiero del teatro.
Il primo “libro ingresso” in assoluto, in copie numerate e quindi singolarmente identificate come pezzi unici, codificato anche in NFT, che consente quindi l’ingresso allo spettacolo, è “Il Club dei Vinti”, volume nel quale convergono la visione intellettuale sulla dimensione “vinti” del Prof. Umberto Galimberti e quella artistica della narrativa filmica di Patrizio Ranieri Ciu.
Il teatro è nel libro: oltre alla particolarità del progetto è palese l’innovazione di una visione d’insieme finalmente alterativa e illuminante della cultura. In tal modo, il teatro, divenendo anche motivazione per la lettura di un libro, dilata e quindi rinnova il tempo di riflessione intellettuale dello spettatore spesso ridimensionato dal ritorno alla “normalità” della vita quotidiana dopo ogni rappresentazione.
L’opera: l’ultima immagine lasciata dallo specchio infranto
“Chronos: Ora X” è il messaggio etico rivolto a tutti, senza distinzione tra giovani e vecchi, tra privilegiati e umiliati, tra vittime e carnefici. Riunisce il pensiero filosofico di Umberto Galimberti a quello poetico di Patrizio Ranieri Ciu, due straordinari pensatori che attraverso percorsi esistenziali di singolare intensità ma totalmente diversi hanno raggiunto la medesima visione.
L’Ora X risiede nella sola circostanza priva di affanno che il Tempo ci concede: il Teatro.
“Chronos: Ora X” è la nuova tragedia che intende recuperare la funzione della tragedia greca. L’opera, aperta a una generazione di giovani artisti, quelli di Compagnia della Città & Fabbrica Wojtyla che accanto a Umberto Galimberti la interpretano come vita che vorrebbero vivere, è la rappresentazione concettuale sulla scena di ciò che siamo diventati: lo specchio infranto della nostra perduta identità. “Finché c’è vita non c’è speranza”. Sì, ma con la coscienza ed il coraggio di cercare in ogni frammento di quello specchio infranto la visione di quanto abbiamo perso.

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post