Maria Grazia Calandrone racconta la sua storia nel libro “Splendi come vita”

La poetessa racconta la sua storia del suo tormentato amore fra la sua madre adottiva e sua figlia.
Il nuovo libro “Splendi come vita” di Maria Grazia Calandrone, in uscita in questi giorni sui migliori store online e d edito da Ponte delle Grazie, parla della storia della sua vita partendo da due genitori morti suicidi e da quando lei venne abbandonata sul prato di Villa Borghese quando aveva solo 8 mesi. Questo libro è stato dedicato alla sua madre adottiva come si evince dalla foto di copertina, passando dall’abbandono all’adozione della stessa Maria Grazia Calandrone, che eleva la letteratura alla sua massima potenza ridando vita a ciò che non c’è più e illuminando di riflesso la vita del lettore. Infatti, “Splendi come vita” vuole essere una vera e propria lettera d’amore alla madre adottiva, dopo essere stata abbandonata a Villa Borghese da due genitori che si gettano nel fiume Tevere e lasciano la bambina di soli otto mesi sul prato con un biglietto con le suddette parole: “La bambina trovata a Villa Borghese si chiama Maria Grazia Greco trovandomi in condizioni disperate ho scelto di lasciare mia figlia alla comprensione di tutti e con il mio amico, pagheremo con la vita ciò che abbiamo fatto”.
Una lettera che la madre biologica Lucia scrive prima di uccidersi a causa della mancata unione non essendoci il divorzio e perchè erano scappati come due delinquenti. Da qui entra in scena la consolazione della madre adottiva, anche essa cresciuta solo dalla madre, che adotta la bambina abbandonata e all’età di 4 anni racconta la vera storia alla bambina anche se il fatto che fosse già a conoscenza della sua storia crea in lei una frattura, non fidandosi più del cieco amore della bambina, per cui incomincia a crearsi una frattura su frattura ed equivoco su equivoco arrivando a creare una distanza siderale fra le due e incominciando i tormenti della madre adottiva con un quotidiano dolore e un quotidiano rifiuto, fino alla catarsi delle ultime pagine. Una distanza percepita dalle sfumature della realtà. A 11 anni arriva un altro duro colpo per Maria Grazia Calandrone con la morte del padre Giacomo, un esponente del partito comunista e un combattente della Guerra di Spagna, cambiando ancora qualcosa tra la madre adottiva e lei essendo che avvengono dei cambiamenti familiari. Attraverso questo capolavoro letterario la scrittura diventa un ponte meraviglioso per rivedere la madre oggi con gli occhi di una donna adulta in tutta la sua storia e i suoi propri dolori e gioie e si può finalmente “vedere” come essere separato e autonomo quando si smette di vedere la propria madre. Impossibile non commuoversi nel ripercorrere questa storia e ci insegna molto sulla vita, sull’essere al mondo e sul dolore intimo.
Note d’autore
Maria Grazia Calandrone è poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, autrice e conduttrice radiofonica per Rai Radio 3 e regista per CorriereTV. Ha vinto i premi Montale, Pasolini, Trivio, Europa, Dessì e Napoli per la poesia, Bo-Descalzo per la critica letteraria. Fra i suoi ultimi libri, Serie fossile (Crocetti,2015), Gli scomparsi. Storie da «Chi l’ha visto?» (Pordenonelegge, 2016), Il bene morale (Crocetti, 2017), Giardino della gioia (Mondadori,2019). Porta in scena il videoconcerto Corpo reale. Ha curato la rubrica di inediti «Cantiere Poesia» per Poesia (Crocetti). Suoi libri e sillogi sono tradotti in molte lingue. Tiene laboratori di poesia in scuole pubbliche, carceri, DSM. Il suo sito è www.mariagraziacalandrone.it.

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