Ottobre 1943, sangue passionista nella strage nazista di Bellona e nel bombardamento degli alleati del convento di Calvi Risorta

Il compianto Padre Passionista Gaetano Copersino nel 1976 scriveva “La nostra Casa di Calvi Risorta era in zona di guerra all’annunzio dell’armistizio dell’8 settembre 1943 (…) e poco dopo “cominciarono ad affluire i primi soldati italiani appartenuti a varie Divisioni, in balia di sé stessi e sbandati”. I tedeschi “arrivarono in seminario il 3 ottobre 1943. Con noi furono molto educati, naturalmente non potevamo raggiungere, senza pericoli, le nostre famiglie” e nel Seminario “avevano installato un piccolo ospedale militare e con medici e crocerossine”. Va evidenziato che la sera del 6 ottobre nel vicino Comune di Bellona era stato ucciso un soldato tedesco ed altri due erano rimasti feriti. Franco Valeriani nel 2015 scriveva che in seguito al predetto episodio “Le furie naziste avevano catturato circa 150 uomini: sacerdoti, militari, lavoratori, studenti, impiegati, giovani ed invalidi. Furono trattenuti nella cappella di San Michele Arcangelo, con l’ingannevole promessa del lavoro e, a gruppi di dieci, erano condotti presso una cava di tufo abbandonata, sita alla periferia del paese. Un mitragliere, appostato dietro una siepe, li falciava senza alcuna pietà. Dopo ogni esecuzione la parete est della cava era fatta crollare con il lancio di bombe a mano ed una quantità di terra copriva i corpi martoriati che si accumulavano gli uni sugli altri. Cinquantaquattro uomini erano stati uccisi per una colpa non commessa e tutto avvenne in poche ore in cui non avemmo il tempo di capire” e tra questi vi erano tre passionisti della Scuola Apostolica di Calvi Risorta: Padre Remigio (al secolo Domenico Abbate) di anni 23, consacrato missionario il 3 giugno 1939 e catturato dai nazisti nella casa dei genitori; Fratel Gerardo (al secolo Luigi Giudicianni), di anni 23, entrato nel convento dei Padri Passionisti dopo l’8 settembre 1943, ritornato a Bellona dai suoi familiari, fu catturato dai nazisti insieme a suo padre Giuseppe; Gennaro Filaccio, quindicenne, studente passionista, fin dalla fanciullezza avvertì la vocazione religiosa e frequentò i corsi di studi teologici nel convento dei Passionisti di Calvi.
Padre Gaspare Sassani nel 1993 scriveva “La sera dell’8 ottobre partivano i tedeschi dal ritiro (convento di Calvi n.d.r.), ma dopo appena due ore arrivò una macchina con crocerossine tedesche e un ufficiale per vedere bene il ritiro e installare l’ospedale militare. Arrivavano macchine in continuazione, soldati feriti e, in breve tempo, fu occupato il cortile, il viale d’accesso e la piazza. Il giorno 9 ottobre 1943: ore 11.30 – incursione aerea – data memorabile e triste. Arrivano gli aerei nemici, cadono le bombe… le esplosioni fanno tremare la Casa che è avvolta nel fumo tra le macerie già ammucchiate”. Padre Nandino Di Eugenio, sul bollettino dell’ASEAP “LE NOSTRE RADICI”, n. 4, giugno 2011, direttore Antonio Romano, scriveva “I Superiori decidono che religiosi e seminaristi lascino il convento, dovranno rifugiarsi in luoghi meno esposti al pericolo. Il 9 ottobre 1943 mentre si comincia ad uscire in piccoli gruppi, si odono sinistri colpi di mitraglia e terrificante fragore di bombardamenti: l’obiettivo è il convento passionista che viene colpito e gravemente danneggiato dagli alleati”. All’interno vi era ancora Padre Carmine Pitocchi, nato a Calvi Risorta il 28 dicembre 1915. I Passionisti si stabilirono a Calvi nel 1926 e la casa di Carmine era a pochi metri dal convento e questi varcava spesso la porta della struttura conventuale e restava affascinato dalla spensieratezza e dalla felicità degli alunni passionisti e all’età di 12 anni, 1927, lasciò la famiglia e si incamminò verso il sacerdozio. A Calvi restò quattro anni, 1927-1930, e nel 1931 venne trasferito a Paliano (FR) per compiere l’anno di noviziato. Il 1° giugno 1931 vestì l’abito passionista, il 6 giugno 1932 emise la professione religiosa e il 12 marzo 1939 venne ordinato, a Napoli, sacerdote. Insegnante di Lettere degli alunni passionisti di Pontecorvo ma non disdegnò mai gli impegni missionari. Nel 1942 venne trasferito a Calvi Risorta, sua terra natale, per improvvisi problemi di salute e risolti questi ultimi, mentre stava per ritornare a Pontecorvo per riprendere l’insegnamento, la situazione bellica si complicò non poco e dovette, pertanto, restare nel convento di Calvi Risorta, ove rese la sua anima al Signore dell’Eternità. Padre Luca Viola nella Cronaca del Ritiro dei Passionisti scriveva “salendo le scale secondarie trovo il P. Carmine gettato lungo un gradino che versava sangue dal collo lacerato da una scheggia. Accorre il medico, crocerossine, si apprestano i soccorsi, tutto è inutile: erano lacerate le arterie. Il buon Padre, riavutosi alquanto, chiese i sacramenti e, dopo poco, spirava…”. Padre Carmine Pitocchi è sepolto nella cappella dei Padri Passionisti nel locale cimitero di Calvi Risorta ove sono sepolti anche P. Casimiro Franco (07.08.1902 – 27.06.1955), Don Agostino Tudone – sacerdote benefattore della Scuola Apostolica – (12.12.1879 -10.03.1968), P. Luca Viola (01.10.1986 – 30.06.1971), Fra Camillo Vinci (14.04.1912 – 09.04.1983), P. Celestino Feluca (17.12.1901 – 09.04.1985), P. Gaspare Sassani (01.01.1919 – 27.02.2001), P. Damiano Cionti (02.07.1920 – 17.01.2008) e P. Bartolomeo Avagliano (19.10.1919 – 29.10.2012).

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