Caserta – 26 luglio 2020, il covid-19 non ferma la devozione per la Patrona Sant’Anna

Il 26 luglio, da quasi due secoli, la città di Caserta vive una giornata tutta particolare in quanto ricorda la sua Patrona, sant’Anna, Madre di Maria SS.ma, giovane donna che per volere del Creatore, dona al mondo il suo unico figlio che con la sua crocifissione e resurrezione redime l’uomo dal peccato.
A Caserta la devozione a sant’Anna, molto sentita e vissuta, quest’anno, nel giorno della ricorrenza della sua elevazione al Cielo, viene vissuta, con “angoscia” e “malinconia”, causa le prescrizioni per evitare il contagio dal coronavirus, imposte dalle preposte autorità civili e religiose, che vietano, tra l’altro, le celebrazioni delle feste patronali. Pertanto, domani domenica 26 luglio, il simulacro di sant’Anna, esposto nel santuario, le cui origini sono alquanto incerte e si perdono nel tempo, non sarà portato in processione per le principali vie della città di Caserta. Il predetto simulacro fu custodito dalle sorelle Costa, dette “le devote”, in via Sant’Elena a Caserta. Lo stile della statua ci fa presumere che l’opera risalga tra il X e l’XI secolo e la stessa venne donata dalle predette sorelle Costa alla Chiesa di Caserta nel 1838. Sant’Anna e la Vergine Maria, entrambe protagoniste del gruppo statuario, nonostante la loro differente altezza, sono disposte a simmetria: la riflessione della gamba destra della Madre e della Figlia conferiscono ad entrambe un carattere soprannaturale. Il primo restauro della statua risale al lontano 1851.
Le celebrazioni religiose di domani avranno inizio alle ore 6 di mattina con la celebrazione dell’Eucarestia da parte del rettore del santuario di Sant’Anna, don Andrea Campanile e, a seguire, ogni ora celebrazione liturgica cronologicamente presiedute da don Michele Cicchella, don Biagio Saiano, don Giuseppe Di Bernardo, don Giovanni Cionti, don Antonio Di Lella, don Vincenzo Carnevale, don Nicola Buffolano, don Vincenzo Picazio. Concluderà le celebrazioni la messa solenne presieduta dal Vescovo della Diocesi di Caserta, S. E. Mons. Giovanni D’Alise, che al termine della celebrazione impartirà la solenne benedizione su tutta la città di Caserta.
Il rapporto tra la città di Caserta e la devozione a sant’Anna è un qualcosa che penetra nell’intimità di ogni casertano e affonda le sue radici nei primi decenni del secolo XVIII. Dal 1838, anno della donazione della statua alla Chiesa, sono trascorsi ben 182 anni e la devozione a sant’Anna è un continuo “progredire”. Recentemente, giugno 2018, il santuario di sant’Anna si è impreziosito del nuovo motto “SUFFICIT TIBI GRATIA MEA” – Ti basta la mia grazia – che è riportato nello stemma araldico ed è tratto dalla lettera di san Paolo ai corinti (2 Cor 12,9): camminare e vivere nella grazia di Dio significa essere innestati nella comunità dei credenti, rimanere nell’amore di Dio portando frutti. Anna con tale espressione rivolge un invito a tutti coloro che vanno a visitarla, quale genitrice della SS.ma Vergine Maria e nonna di Cristo Signore, a vivere nella Grazia di Dio come unico mezzo di redenzione e salvezza.
Il culto di sant’Anna nel mondo, fin dai tempi antichi, ebbe una notevole diffusione. Nel 1854 Papa Gregorio XIII inserì la festa del 26 luglio, ritenuto il giorno della sua dipartita al Cielo, nel calendario romano. Per quanto attiene alla realtà italiana la Campania, la Puglia e la Sicilia furono “in primis” la culla della devozione a sant’Anna e, successivamente, la devozione non tardò ad espandersi nelle altre regioni italiane e in diversi e numerosi Stati europei ed extraeuropei tra i quali Spagna, Gran Bretagna, Albania, Estonia, Germania, Francia, Brasile e Venezuela. Basti pensare che Sant’Anna è patrona delle vedove, delle bambine, delle donne sterili, delle donne gravide, delle partorienti, dei nonni, delle sarte, degli educatori nella fede, dei commercianti di biancheria, degli ebanisti, dei falegnami, dei fabbricanti di guanti, delle lavandaie, delle madri, dei moribondi, dei minatori, degli orefici e dei produttori di manna.

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