Chiese e cimiteri chiusi: funerali, che sofferenza!

La dimostrazione chiara ed evidente della problematicità dei tempi che si stanno vivendo è rappresentata anche dalla chiusura, pur se temporanea, delle chiese e dei cimiteri in tutto il territorio nazionale. Tale chiusura, quanto mai opportuna e necessaria, disposta con provvedimenti degli Ordinari Diocesani e con i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri – DPCM – del 4 – 8 – 9 e 11 marzo 2020, con il precipuo scopo di contenere e contrastare, su tutto il territorio nazionale, il diffondersi del contagio del virus Covid 19. Per effetto di tali disposizioni, per evitare il formarsi di assembramenti di persone, i cancelli cimiteriali vengono aperti esclusivamente in presenza di una tumulazione, preceduta sempre nel luogo sacro dalla benedizione del sacerdote, previo accordo con l’addetto cimiteriale circa l’ora di arrivo del trasporto funebre, con la possibilità di utilizzare i cancelli carrai secondari funzionali all’operazione, alla sola presenza di pochi familiari. Le modalità di tale doloroso adempimento sono avvertite fortemente dai familiari nel momento doloroso del distacco dal congiunto anche perché rinunciare alle tradizionali visite ai familiari defunti nel luogo sacro è più che plausibile: una preghiera ai propri cari si può fare tranquillamente restando a casa, l’affetto e il ricordo dei propri cari non svaniscono non recandosi al cimitero. Il Sindaco di Calvi Risorta, dott. Giovanni Lombardi, aveva programmato per domenica di Pasqua, 12 aprile, una visita istituzionale al locale cimitero, con sosta davanti al cancello principale per deporre un fascio di fiori in rappresentanza di tutta la comunità calena e per ricordare tutti i defunti nelle festività pasquali che non possono ricevere la visita dei propri cari. Tale nobile “visita” non ha trovato attuazione per motivi strettamente professionali del Sindaco, impegnato in tale giornata, dalle ore 8.00 alle 20.00, a fronteggiare il coronavirus nell’Ospedale “Monaldi” di Napoli. Da notizie apprese dalla segreteria del Sindaco la predetta significativa “visita” sarà effettuata nei prossimi giorni.
In questo frangente non può non trovare spazio e tempo nella mente dei cittadini Antigone che decide di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice contro la volontà del nuovo re di Tebe, Creonte. Scoperta, Antigone viene condannata dal re a vivere il resto dei suoi giorni in una grotta. Oggi, non per colpa di un tiranno ma di un misterioso virus, l’uomo non può piangere i suoi cari e accompagnarli alla sepoltura e pregare insieme per onorare chi non c’è più. In questi giorni, in queste ore, si parla tanto di fase 2 per tornare alla normalità e va da sé che la “questione” funerali merita un’attenzione particolare per tornare alla normalità semplicemente umana di celebrare la morte di una persona cara. Non funerali normali con assembramenti di folle stipate e chiese gremite nella loro capienza massima, ma funerali celebrati con i dovuti accorgimenti e le dovute precauzioni, magari solo con la presenza dei figli, dei coniugi, dei parenti stretti e tutti muniti di mascherina. Una procedura in tal senso sarebbe una manifestazione di “pietas” che significherebbe anche un segno di umanità ritrovata, di un gesto di vicinanza e di trasporto che attualmente le persone disorientate e spaventate potrebbero accogliere come un segno di solidarietà umana e, sempre, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza.

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