“Cultura e sviluppo economico”, la Notte Bianca

Ancora una volta, in ottobre, si è svolta la Notte Bianca nazionale del Liceo Economico Sociale, voluta dal Ministero della Pubblica Istruzione, per promuovere la conoscenza di questo indirizzo, sorto in anni recenti. Anche il Liceo Statale “Pizzi”, di Capua, che ha tra i sui indirizzi il LES (Liceo Economico Sociale) ha partecipato: il 25 ottobre 2019, così, dalle 18:00 alle 20:00, è stato dato vita ad uno spettacolo denso di significati, che ha toccato il pubblico. Tema dell’evento, particolarmente in linea con l’indirizzo, è stato “Cultura e sviluppo economico”: aspetti visti in modo complementare, in quanto si completano e rendono possibili a vicenda, per cui è fondamentale esserne consapevoli. Un concetto primario, infatti, è stato che i centri di cultura: i teatri, le biblioteche, i cinema siano come acquedotti… la cultura è un bene comune, primario come l’acqua: riflessioni ispirate a Claudio Abbado. Queste ed altre frasi eloquenti, sulla funzione vitale della cultura, sono state anche stampate in alcuni segnalibri, ricordo dell’evento, con lo sfondo di un cielo stellato, con una falce di luna, simboli della stessa Notte Bianca. L’economia, del resto, in questa ottica è semplicemente un mezzo, ma il fine deve essere quello di cambiare l’anima, in senso migliorativo: infatti, emergeva, con i soldi si può comprare una casa, ma non una famiglia, si può ottenere il lusso, ma non la cultura stessa, si può acquistare un crocifisso, ma non si può comprare la salvezza… Ancora seguendo questa prospettiva, si è approfondito l’ideale di una “economia della salvezza”; al riguardo, sono state interpretate in forma teatrale, da diversi alunni, alcune scene, primariamente ispirate al Vangelo di Matteo, sul far fruttare, per il bene comune, delle risorse, da non nascondere in modo sterile, perchè a chiunque darà, sarò dato. Inoltre, ispirandosi alla parabola dei vignaioli, il cui lavoro verrà ricompensato, si ricorda anche quanto l’arrivare “dopo” , nella vita, non sia automaticamente una colpa, e spesso invece sia segno di avere avuto più ingiusti ostacoli sul proprio cammino: così, l’ultimo arrivato tra i vignaioli, viene pagato quanto i primi (nonostante le proteste di diversi di loro), perchè è arrivato dopo in quanto ha sofferto di più, e non perchè non volesse lavorare. Un messaggio in controtendenza, in una società spesso edonistica e dell’apparire, più che dell’essere. La ricchezza, inoltre, non è legata soltanto al prodotto interno lordo, ma all’essere umano completo. Una critica particolarmente tagliente e brillante è stata quella verso determinati aspetti di una parte del sistema bancario, iniqui, che quasi espropria soldi di clienti, ad esempio opponendo troppi ostacoli a prelievi di denaro dei propri soldi: prelievi che non sono rapine in banca… la banca si autopromuove, affermando di fidarsi del cliente, ma può essere il cliente a non fidarsi della banca…il monologo, a tratti serio, a tratti ironico, scritto da un’alunna dello stesso Liceo, Debora Borrelli, tra l’altro, concludeva attribuendo, scherzando ma non troppo, una frase attribuita ad un dirigente di banca, sul custodire i soldi come “come se fossero nostri, perchè sono nostri!”. Il ruolo fondamentale della cultura, poi , veniva rimarcato fosse inscritto nell’etimologia della stessa parola “libro”, che, in latino, ha la stessa radice della parola “liber”, “libero”: in modo non casuale. Un altro passaggio significativo c’è stato a proposito dell’Intercultura, riguardo i giovani ospitati da famiglie locali, che per un periodo stanno frequentando il Pizzi, provenienti da luoghi lontani: Il Canada, l’Australia; studenti che, attraverso la loro formazione, contribuiscono a rendere più nota Capua nel mondo. Diverse interviste sono state inoltre realizzate, da parte di allievi, verso imprenditori locali, anche a proposito dell’importanza della conoscenza della materia prima: ad esempio gli impasti per le pizze; riguardo, poi, il ruolo dell’agricoltura, a proposito pure del locale agriturismo “Masseria Gio Sole”, che esprime bellezza ed organizzazione del territorio, è stato ricordato quanto oggi sia cambiato il ruolo del coltivatore: non più, spesso, il contadino povero, ma l’imprenditore agricolo, che comunica anche in inglese, per le sue attività, e che spesso è laureato in Economia e Commercio, più ancora che in Agraria. Peraltro, con la cultura si impara che non siamo soli al modo, che ci sono altri modi di vita, altrettanto validi, ed interrogando il passato di comprende il presente, e la storia ha un messaggio, sia pur non sempre di immediata comprensione, e non sempre seguendo uno sviluppo lineare. Comprendere la concatenazione tra passato e futuro, comunque, aiuta una disciplina interiore; la vera cultura, che fa comprendere il rapporto con l’oggi, è il contrario della noia… Molto espressivi e belli sono stati anche i quadri viventi di momenti della storia di Capua, con alunni che hanno interpretato, rimanendo fermi in pose cristallizzate, come in un fermo immagine, momenti emblematici delle vicende della “Regina del Volturno”… La storia di Capua, infatti (antica Casilinum romana), si è intrecciata con quella dei longobardi, del Placito capuano (primo documento in lingua italiana medievale: per questo, Capua è stata proclamata “Città della lingua italiana”, e nel 2017 ha ricevuto anche la visita del linguista professor Sabatini, che aveva visitato anche il Pizzi), di Federico II, di Pier Delle Vigne, di Ettore Fieramosca, e non solo. Ancora a proposito dei quadri viventi, è stato ricordato anche il rilievo della Capua religiosa, sede vescovile: ad esempio, con la celebrazione della Madonna, con indosso un costume che ricordava il sapore del Seicento, che incontra il Figlio: episodio ricordato periodicamente in processioni per le antiche strade capuane. Uno del quadri viventi più espressivi è stato quello del Sacco di Capua del 1501: si rievocava il martirio di 5000 abitanti, trucidati dalle truppe di Cesare Borgia, duca “Valentino”, in uno degli episodi più ignobili dell’epoca, oltre che il ferimento di moltissime altre persone: nell’interpretazione degli allievi, con bellissimi abiti ricamati con le fantasie dell’epoca, si rappresentavano soldati con elmi, che mantenevano ferme delle fanciulle, immobilizzate in diverse posizioni, sotto il tiro delle armi; veniva, così, comunicata un’atmosfera, da cui traspariva una drammaticità, che sembrava fissare per sempre quei momenti. Eventi non dimenticati, comunque, tanto che anche nei tempi attuali il sindaco della cittadina getta periodicamente nel fiume Volturno una corona di alloro, per onorare un ricordo imperituro delle vittime del tragico avvenimento. Riguardo il folklore, è stato ricordato anche lo spettacolare Carnevale di Capua, con i suoi carri allegorici, mascherate e balli; la sua prima edizione ufficiale risale al 1886, ma in realtà esiste, in ambito popolare, da diversi millenni: infatti, è di origine osca, per cui è radicato nella “notte dei tempi”. Un altro aspetto approfondito è stato relativo alla valorizzazione dei primati di Napoli, anche al tempo del Regno dei Borbone, tra cui quelli del teatro San Carlo, celebri già all’epoca anche alla Casa Bianca. Diversi i balli caratteristici tipici del Sud, interpretati, tra cui una tarantella con tamburelli decorati con nastri, ed una danza con studenti vestiti da Pulcinella. D’altra parte, il personaggio di Pulcinella comparve per la prima volta in un’opera dello scrittore capuano, Silvio Fiorillo, “La Lucilla Costante”; Fiorillo era stato anche un grande attore della commedia dell’arte. Toccanti i brani musicali di “La notte…il canto”, tra cui la dolce “O sciore e o’ viento”, sul “fiore dell’amore”, che non appassisce, ed impedisce di perdersi quando si parte per un Altrove ignoto (infatti, una delle frasi emblematiche era: “A volte ci cerchiamo…[….] ma tu sei sempre qua”, in riferimento al ricordo che rimane vivo), e la molto celebre “‘A città ‘e Pulecenella, col suo esprimere intensamente un’atmosfera e l’anima di un luogo. Ancora una volta, così, gli alunni dell’indirizzo Scienze Umane-Opzione Economico Sociale, guidati dai loro insegnanti, oltre che dagli attori Valerio Cerbone e Juri Monaco, hanno espresso un ispirato approfondimento, a tutto tondo, su tematiche sociali ed economiche fondamentali, che, non a caso, caratterizzano questo indirizzo di studio.

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