Quando i social aiutano a smontare i luoghi comuni sul Sud

In un clima politico sempre più complicato, imbarbarito da diversi scontri mediatici tesi a raccogliere voti piuttosto che entrare nel merito delle onerose questioni che attanagliano l’Italia, i social sono diventati uno dei più ampi ricettori e diffusori di luoghi comuni su porzioni della popolazione nazionale e mondiale. Non c’è giorno che non arrivino, sulle nostre intasatissime bacheche, versione moderna dell’inciucio da bar o da balcone, una sfilza di immagini accompagnate da testi ricchi di critiche dirette, troppo spesso, al sud con Napoli quale capofila e agnello sacrificale di tutte le nefandezze presunte del Paese. Beh ogni tanto, invece, fa piacere vedere che l’ironia di qualche brillante frequentatore dei social sia diretta a smontare questa brutta piaga del “luogocomunismo”, come impropriamente la definisco da tempo. Da giornalista, osservando il mondo che ci circonda, ho notato una simpatica pagina che riporta notizie ufficiali, quindi di quotidiani e testate giornalistiche on line, relative alle inefficienze e ai problemi che affliggono tanti altri luoghi della nostra penisola. Ho avuto quindi conferma, senza esserne sorpreso, che i luoghi comuni in Italia, quasi sempre intrisi di una retorica razzista di fondo, rappresentano uno dei più odiosi e difficili difetti socioculturali nostrani da estirpare. Sulla pagina FB, che si intitola “Poteva succedere a Napoli. E invece.”, con intelligente ironia i due amministratori, che ho intervistato, mostrano chiaramente che la Terra dei Fuochi, problema serio e fino a qualche tempo fa caratterizzante il territorio campano, è invece presente anche nel profondo nord, come pure che gli atti criminali di truffatori e baby gang che spesso, nell’immaginario collettivo, sono totalmente posizionate a Napoli o, quando va bene, nelle regioni del Sud, è una piaga che sta diventando emergenza in diversi grandi centri del nord ovest. Tra l’altro si scopre, con ironia sdrammatizzante, che la truffa dello specchietto è pratica presente anche in Lombardia, che a Firenze centro il parcheggio selvaggio di qualche disattento automobilista blocca un funerale, che a Torino le gang di ragazzini invasati seminano danni e terrore picchiando autisti del servizio pubblico, come pure che gli sprechi di denaro pubblico, ad esempio con il Ciclotrone acquistato da Città della Salute a Torino che, dopo ben due collaudi, ancora non entra in funzione, sono fenomeni generalizzati e non relegati ad una presunta corruzione tutta meridionalista. Insomma una sfilza quotidiana di inefficienze e atti criminali che nel “main stream dell’informazione nazionale” viene troppo spesso associata alle regioni del Sud e soprattutto, ancor più odiosamente, a Napoli città. Beh, visto che in tanti dimostrano che tutto ciò è spesso frutto di un pensiero negativo verso quella porzione di Paese che “sembra buona e bella solo durante il periodo estivo”, ho pensato di intervistare questi due intelligenti amministratori della pagina FB che cerca di smontare i luoghi comuni su Napoli e dintorni. Buona lettura e ricordate, qualche volta il razzismo lo alimentiamo anche noi “da casa”, dalle nostre regioni del Sud. Iniziamo a vendere bene la nostra immagine come fanno le altre regioni e forse batteremo sul nascere anche quel serpeggiante razzismo che nel 2019 sta facendo ritornare in auge i cartelli “non si affitta ai meridionali”. Non è uno scherzo. MEDITATE GENTE, MEDITATE… leggete l’intervista.
[Giornalista] I luoghi comuni sul sud, con l’avvento dei social e della massificazione spinta del pensiero collettivo, sono sostanzialmente esplosi. Non solo quindi Tg , carta stampata e talk show. Tutti convergono in modo più o meno velato sull’atavica convinzione che a Napoli e in Campania accadano sempre nefandezze amministrative e follie comportamentali. Quando vi è venuta in mente l’idea di smontare con il sorriso quella che ritengo sia una “continua negazione generalizzata dei problemi italiani”?
[Risposta di Poteva succedere a Napoli. E invece.] L’idea è nata, come suggerisce il nome della pagina, dando un’occhiata a quello che accadeva sulla pagina “Poteva succedere ovunque. E invece”, dove attraverso il rilancio di notizie su Napoli e la pubblicazione di video amatoriali si vuole veicolare un’idea ultra razzista della città e dei suoi abitanti. Una sorta di concentrato di quello che ormai avviene spesso sui social network e sui media tradizionali. Abbiamo pensato che sarebbe stato divertente invertire le cose, trattare cioè notizie identiche che provengono da Milano, Torino o altre città del Nord e Centro Italia esattamente come fanno loro con Napoli, come fossero cioè l’ennesima prova di quanto siano incivili, trogloditi e arretrati i loro abitanti. Cosa che ovviamente non pensiamo, ma la nostra intenzione sta proprio nel dimostrare quanto sia assurdo legare i fatti di cronaca alle presunte caratteristiche antropologiche di un popolo, come accade per Napoli.

[Giornalista] Le battaglie mediatiche a distanza tra Torino e Napoli sembrano essersi trasformate da tempo, anche grazie agli sfottò legati al tifo calcistico, in atti culturali violenti che, in diversi casi, includono il più becero razzismo italico. In che modo una pagina FB può contribuire a smontare questo razzismo che sguazza nel mare incontrollato della rete?
[Risposta di Poteva succedere a Napoli. E invece.] E’ il classico sassolino nello stagno, un piccolo contributo nel cercare di veicolare un’idea che a noi sembra quella più giusta. La sua diffusione dipende dai numeri, che per ora sono molto più contenuti rispetto a chi aizza l’odio contro i napoletani, ma sentiamo che il vento inizia a cambiare e c’è più sensibilità su questo argomento, soprattutto da parte dei napoletani stessi che per troppo tempo hanno accettato la narrazione secondo cui i problemi di Napoli sono tutti da attribuire agli abitanti.
[Giornalista] La questione dei luoghi comuni non può prescindere, purtroppo, dai problemi che effettivamente attanagliano il Sud. Due attenti osservatori dei fenomeni nazionali, che aprono una pagina FB per smontare certe convinzioni, hanno sicuramente coscienza e consapevolezza dei difetti della propria terra. Vogliamo fare anche un po’ di autocritica e provare ad ipotizzare qualche soluzione?
[Risposta di Poteva succedere a Napoli. E invece.] Napoli è il paradigma del Sud Italia. Il difetto, se così lo vogliamo chiamare, è che è una terra povera. Lo stipendio medio di un lavoratore al Sud è del 15% in meno rispetto a un lavoratore al Nord, la disoccupazione al Sud è il triplo che al Nord, nelle regioni meridionali il Pil nel 2019 è finito sotto zero, negli ultimi 20 anni ben 2 milioni di meridionali sono emigrati. Una legge italiana prevede che alle regioni del Sud debba finire almeno il 34% della spesa pubblica dello Stato, cosa che però non accade. Pur con tutta l’autocritica dell’universo, non capiamo come si possa risolvere una situazione del genere senza un reale cambiamento nelle politiche nazionali, da decenni tutte rivolte allo sviluppo del Nord. L’inciviltà di alcuni abitanti che non rispettano elementari regole di convivenza civile è fuori di dubbio, ma indicarli come la ragione dell’arretratezza del Sud è un ragionamento semplicemente razzista, come dire che è colpa dei neri se in America i quartieri a maggioranza afroamericana sono in genere più poveri di quelli a maggiore concentrazione di bianchi.
[Giornalista] Augurandovi che la pagina abbia una vera e propria esplosione mediatica, ovviamente per contribuire a smontare questi odiosi fenomeni ideologici contro il Sud, sono certo che “ve la siete studiata bene”. Prossimi passi ed iniziative?
[Risposta di Poteva succedere a Napoli. E invece.] Grazie per l’augurio! Purtroppo per ora il nostro lavoro (incredibile, napoletani che lavorano!) ci impedisce di dedicare a questa pagina il tempo in più che meriterebbe, diciamo che il prossimo passo che vogliamo compiere è riuscire a gestirla in modo più sistematico, sempre cercando con ogni post di strappare una risata piuttosto che scatenare la rabbia di chi legge, ce n’è già tanta in giro e non vogliamo contribuire pure noi!

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