Battipaglia da fiore all’occhiello borbonico a discarica terzomondista

Esiste un castello in cima ad una collina che da oltre 1000 anni fa da sentinella a una delle più fertili campagne della Campania. Quel luogo nel corso dei secoli ha visto intere generazioni di contadini amare e rispettare quelle terre rendendole così feconde da far germogliare ogni sorta di seme piantato o caduto dal cielo.
Quel luogo fu scelto da Ferdinando II come sede di una colonia agricola per fornire un tetto e un campo da coltivare agli sventurati sopravvissuti al tremendo sisma del 1857.
Quel luogo fu tremendamente devastato quando gli anglo.americani decisero di sbarcare in Italia per conquistarla ai nazi-fascisti.
Quel luogo ha un nome, Battipaglia, città capofila dell’intera Piana del Sele, nata come villaggio ai tempi del ducato Longobardo e rifondata dal “tiranno” borbonico per i suoi sudditi.
Vincenzo Tortorella battipagliese in esilio a Verona, esponente di punta dei CDS ci spiega: “ Battipaglia oggi è diventata da fiore all’cchiello borbonico a pattumiera del sud, e forse anche di altri luoghi, dove confluiscono rifiuti di ogni sorta quasi in modo indiscriminato. Che dire della qualità dell’aria della città? Onestamente non posso dire che sia tra i posti dove andare a respirare una boccata d’aria pura, i livelli di diossina, dopo gli ultimi incendi, sono triplicati rispetto al massimo consentito e questo si unisce ai pestilenziali effluvi di impianti di compostaggio. È di pochi giorni fa lo spegnimento dell’ennesimo impianto andato in fumo, raccoglieva pneumatici esausti che ora giacciono ancora fumanti sotto tonnellate di sabbia che andrebbe cementata dal gestore dell’impianto. Ai cittadini sembra di vivere in uno dei gironi danteschi dove spiriti immondi perpetuano pene sempre crescenti per le anime perse. Potrei descrivere uno per uno i vari incendi, la composta protesta dei cittadini di Battipaglia, il menefreghismo sfrenato delle istituzioni, le promesse mai mantenute dei politici ma non èsufficiente lo spazio di un articolo e tanto meno sarebbe sufficiente un tomo voluminoso.”
Resta il fatto che quella che, a cavallo tra fine della guerra e gli anni ottanta sembrava essere una delle più promettenti realtà del sud stia diventando la cisterna dei peccati veniali della cattiva gestione della res-pubblica nazionale. Per quanto ancora i cittadini di Battipaglia potranno perseverare con manifestazioni pacifiche e civili? Chi dobbiamo ringraziare per aver infranto i sogni di chi ha costruito questa città a prezzo di enormi sacrifici?
“La lotta dei cittadini di Battipaglia sottolinea Tortorella, è anche la nostra lotta, è per avere un territorio duosiciliano pulito, produttivo e vivibile che i Comitati delle Due Sicilie da anni si pongono al fianco delle nostre genti affrante dalle beghe delle lobby del malgoverno. Così come abbiamo lottato per Carditiello e per le altre aree in pericolo lo faremo per Battipaglia, i CDS useranno tutte le frecce dell’arco che potranno essere lanciate a favore delle genti della Piana del Sele”.

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