5G, i medici per l’ambiente: «Milioni di italiani esposti a campi elettromagnetici alta frequenza»

Perugia – L’associazione medici per l’ambiente – ISDE Italia torna a far sentire la propria voce in merito all’esposizione a campi elettromagnetici ad alta frequenza. A cadere sotto il riflettore, questa volta, è l’avvio delle sperimentazioni del 5G.
In particolare, come riferito in un comunicato diramato dalla stessa associazione, «lo scorso 5 maggio l’AGCOM ha approvato la delibera n. 231/18/CONS che regola le procedure per l’assegnazione e le regole di utilizzo delle frequenze per il 5G, aprendo di fatto a livello nazionale la strada che la sperimentazione sta inaugurando», nonostante ciò, prosegue «sono rimasti inascoltati sia il documento con il quale circa 180 scienziati e medici di 35 Paesi hanno voluto sottolineare i rischi del 5G, sia la
richiesta di moratoria avanzata da ISDE a livello nazionale e internazionale.
L’ISDE punto il dito contro le sperimentazioni degli operatori, in base alle quali «4 milioni di italiani saranno esposti a campi elettromagnetici ad alta frequenza, con densità espositive e frequenze sino ad ora inesplorate su così ampia scala». Non solo. A quanto pare, come riportato dall’associazione «dopo settembre l’operazione avrà respiro nazionale».
L’associazione pertanto sottolinea che «sottovalutare o ignorare il valore delle evidenze scientifiche disponibili non appare eticamente accettabile».
Come osservato da Lorenzo Tomatis, questo «equivale ad accettare che un effetto potenzialmente dannoso di un agente ambientale può essere determinato solo a posteriori, dopo che quell’agente ha avuto tempo per causare i suoi effetti deleteri».
Proprio per queste ragione ISDE «intende rinnovare la richiesta di una moratoria per l’utilizzo del 5G su tutto il territorio nazionale sino a quando non sia adeguatamente pianificato un coinvolgimento attivo degli enti pubblici deputati al controllo ambientale e sanitario, non siano
messe in atto valutazioni preliminari di rischio secondo metodologie codificate e un piano di monitoraggio dei possibili effetti sanitari sugli esposti, che dovrebbero in ogni caso essere opportunamente informati dei potenziali rischi».
«L’Associazione – come riportato sul Sito ufficiale della stessa – persegue finalità di solidarietà sociale ed nei settori socio-sanitario e, più in generale, delle scienze della vita e della conservazione/tutela ambientale, svolgendo attività scientifiche e di “sostegno decisionale”, attingendo alle evidenze scientifiche, attraverso iniziative di formazione, comunicazione e ricerca».

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