Rinominate le strade di Roma

Le vie della Capitale, intitolate a chi aderì al “Manifesto della Razza” del ’38, saranno presto rinominate. E’ l’annuncio che la Sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha fatto in un’intervista esclusiva, per il documentario di Pietro Suber, “ 1938. Quando scoprimmo di non essere più italiani”.
Una notizia che, secondo lei, dovrebbe dare il buon esempio anche alle altre città d’Italia. Perché, il “famigerato manifesto”, a cui aderirono anche dieci scienziati, fu presupposto delle leggi antisemitiche. Contribuì alla totale esclusione degli ebrei italiani dalla vita pubblica e a creare le condizioni per le deportazioni nazifasciste.  L’iter, che in breve tempo dovrebbero portare alla cancellazione, dalla toponomastica di Roma, dei nomi di chi fu favorevole al proclama, sarebbe già iniziato. “Abbiamo già avviato le procedure e le verifiche per far sì di rinominare tutte quelle strade e piazze della Capitale che sono state dedicate a coloro che sottoscrissero il Manifesto della Razza”, ha annunciato la Raggi nel documentario. “Dobbiamo cancellare queste cicatrici indelebili, che rappresentano una vergogna per il nostro Paese. Questo può essere anche un esempio per tanti altri comuni che, come Roma, si trovano ad avere strade intitolate e questi personaggi.  Roma condanna le leggi razziali. La nostra città è orgogliosamente antifascista. Per questo utilizzeremo ogni strumento disponibile per combattere quei ritorni di violenza e discriminazione che non vogliamo tollerare”.
Il documentario di Suber (regista e Vice Presidente dell'Associazione Carta di Roma, Ente che si interessa di problemi razziali e di immigrazione), che uscirà in occasione dell’anniversario degli ottant’anni dalla promulgazione delle leggi razziali e che raccoglie le testimonianze degli ebrei italiani che furono perseguitati, dei presunti delatori e degli ex fascisti, si concentra sui luoghi di oggi in cui si assiste a rigurgiti nostalgici. “Negli ultimi anni c’è stato li boom  delle visite alla tomba di Mussolini, a Predappio”, racconta il regista, “e ci ha colpito il gran numero di ragazzi che si fermano a scrivere, sul libro delle visite, messaggi neofascisti. E’ un dato di ignoranza storica molto allarmante”.  Da ciò, è venuta l’idea, al regista e ai produttori, di chiedere alla Raggi se non fosse il caso di intervenire sulla toponomastica di Roma, per dare un segno tangibile contro questi fenomeni, proprio in occasione dell’anniversario dall’emanazione delle leggi. “Per un mese ho dialogato con la Sindaca Raggi e il Vicesindaco, Assessore alla Memoria Luca Bergamo”, spiega Dario Coen, che produce il documentario assieme a Blue Film. “Sono stati subito favorevoli alla mia proposta e hanno avviato le verifiche per capire le possibilità di intervento. Mi hanno richiamato per confermarmi la disponibilità e la volontà di intervenire. Una via intitolata a questi personaggi, è un omaggio della città che loro non meritano! Su questo eravamo tutti d’accordo”. 

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