“Scienza e responsabilità”

Quali sono i limiti etici che, come scienziati, cittadini, individui ci dobbiamo dare?  Che tipo di etica serve attualmente per riflettere, insieme con la scienza, sul progetto dell’umano? Questi e altri quesiti saranno oggetto dell'incontro-dibattito  "Scienza e responsabilità. La correzione dei geni e le nuove frontiere della manipolazione genetica", che sarà ospitato presso la Sala Conferenze della Stazione Zoologica Anton Dohrn, martedì 5 dicembre  2017, alle ore 16,30. Il meeting,  promosso dal comitato scientifico "Scienza e Società" dell’Ente di Ricerca, sarà introdotto e moderato da Roberto Defez, Consiglio Nazionale delle Ricerche. Ad animare la serata saranno gli interventi di Luigi Naldini Direttore dell’Istituto San Raffaele Theleton per la Terapia Genica SR-TIGET e di Anna Meldolesi Science-writer; Chiara Lalli Filosofa bioeticista e giornalista. Il 2012 ha visto aprirsi uno scenario del tutto nuovo nel campo della manipolazione dei geni, grazie all’introduzione di un nuova tecnica denominata CRISPR-Cas9, acronimo per “ripetizioni palindrome raggruppate e separate a intervalli” e la nucleasi associata, l’enzima di restrizione che effettua il taglio del DNA. CRISPR, dopo il clonaggio del primo gene, la pecora Dolly, la fecondazione in vitro, gli OGM, ha spianato la strada a nuove possibilità di manipolare il genoma, ed insieme crea moderne speranze, nuovi dubbi e troppi fantasmi. In questo ambito, le applicazioni di questa tecnica rivoluzionaria sono infinite e pervasive, coinvolgendo vari settori: dall’agricoltura, dove la modificazione genetica per mezzo di CRISPR supera il bisogno di inserire geni estranei, e allo stesso tempo il confine stesso tra naturale e artificiale; alla medicina, dove già sono in corso terapie sperimentali e non più limitate a malattie monogenetiche. Ci troviamo di fronte a rischi “tecnici”, ovviamente, come quello di modificare pezzi di DNA che non immaginavamo di poter testare. Parliamo degli stessi quesiti che portarono alla epocale conferenza di Asilomar nel 1975, dove autorevoli scienziati, come Jon Beckwith e sancirono la necessità di delineare confini che la scienza non dovrebbe oltrepassare. Attualmente, come allora, le domande che la società pone alla scienza e la scienza pone a se stessa sono impellenti e cruciali. Di questi e altri importanti interrogativi si discuterà alla Stazione Zoologica Anton Dohrn insieme ad esperti e ricercatori. Un nuovo appuntamento da non perdere per comunicare la Scienza a un pubblico di non soli addetti ai lavori.
      

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