Oggi 71 anni dalla morte di Mussolini

Della morte di Mussolini si conoscono diverse versioni. La prima, quella ufficiale dei libri di storia, vuole che il Duce si trovasse in Lombardia e precisamente a Milano.
Aveva preso alloggio in Prefettura ma poi, con l'intento di trovare un lasciapassare a Claretta Petacci, si era recato in Arcivescovado.
Resosi conto che non avrebbe potuto ottenere il salvacondotto, ritornò in Prefettura per poi ripartire con una autoblindo aggregandosi a una autocolonna di militari tedeschi alla volta di Como.
Como, era stata scelta per la sua vicinanza con la Svizzera, meta di Mussolini in caso le trattative segrete con gli alleati non fossero andate a buon fine.
E, difatti, il Duce lasciò presto Como ma, giunto a Dongo, fu riconosciuto da alcuni partigiani che bloccarono la piccola autocolonna.
Mussolini fu fatto scendere dall'automezzo ed alloggiato in un albergo dove, sotto stretta sorveglianza, trascorse la sua ultima notte.
Il giorno seguente, dopo ora di pranzo, venne prelevato e portato in una strada secondaria dove, a ridosso del muro di cinta di una villa venne fucilato.
Il comando della pattuglia partigiana era affidato al "Colonnello Valerio", nome in codice di un gerente partigiano. Questi sospinse Mussolini verso l'inferriata della villa e, pronunciata la sentenza: "Per ordine del Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà sono incaricato di rendere giustizia al popolo italiano", fece fuoco col mitra ma il fucile si inceppò. Provò allora con la pistola ma anche questa seconda arma non funzionò a dovere. Quindi si fece passare il mitra di un altro partigiano presente e, alla fine, trucidò Benito Mussolini e Claretta Petacci che, istintivamente, si era inframmezzata tra l'arma assassina e il corpo del Duce.
Erano le ore 16.10 del 28 aprile 1945.
Come riportato nei libri di storia, i corpi furono poi portati nel piazzale Loreto in Milano dove rimasero esposti alla folla issati su un traliccio a testa in giù.
Tuttavia alla versione ufficiale dei fatti, quella riportata sui libri di storia dai vincitori, del resto come spesso accade per la morte violenta dei Capi di Stato, nel tempo si sono sovrapposte molteplici versioni non accreditate che, sulla base di testimonianze dirette o di documenti e rapporti di quei giorni, anticiperebbero la morte di Mussolini e della Petacci alle prime ore del giorno 28 aprile o, addirittura, al giorno precedente, subendo inaudite sevizie anche di natura sessuale prima dell'effettivo decesso. Pratiche di violenze gratuite ed inumane comprendenti supplizi e stupri di gruppo che, a quanto parrebbe da alcuni documenti e testimonianze dell'epoca, non era insolito infliggere a quei tempi anche nei confronti di persone giovanissime e quindi del tutto incolpevoli.

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