A Letteratitudini si è parlato di astrologia tra la letteratura, filosofia e psicologia

Sono ormai trascorsi alcuni giorni dall’ultimo incontro di Letteratitudini, ma l’eco della grande serata non si è ancora spento.
L’avvocato Gaetano Iannotta ci ha veramente incantato con le sue dotte argomentazioni. Uomo di grande cultura ha saputo spaziare dall’astrologia alla letteratura, alla filosofia ed alla psicologia con destrezza e spiccata competenza.
Il discorso è iniziato parlando di Marco Manilio, figura enigmaticamente avvolta da un alone di mistero che presenta una biografia pressoché totalmente oscura. Quel poco che sappiamo di lui lo dobbiamo agli spunti autobiografici che a sprazzi ritroviamo nel suo scritto, il poema didascalico intitolato “Astronomica” (Poema sugli astri), in cinque libri. L’opera tratta temi filosofici ed astronomici di carattere generale. Il primo libro è dedicato all’astronomia, con una dettagliata descrizione del cosmo che comprende le ipotesi sulla sua formazione, le stelle, i pianeti, i circoli celesti, le comete. Il secondo libro analizza le caratteristiche dei segni dello zodiaco e le possibilità offerte dalle loro congiunzioni. Il terzo tratteggia le dodici sorti, il Locus Fortunae e il modo determinare l’oroscopo. Il libro quarto analizza i decani dei segni zodiacali e il loro influsso sui caratteri umani. Il quinto libro esamina i segni extrazodiacali che accompagnano il moto dello zodiaco e le grandezze stellari.
In particolare il nostro relatore Gaetano Iannotta ha preso in considerazione il tratto che dice: “Chi potrebbe conoscere il cielo se non per dono del cielo, e trovare Dio, se non chi partecipa della divinità? E questa vastità della volta che si estende senza fine, e le danze degli astri e i fiammeggianti tetti del cielo, e l’eterno conflitto dei pianeti contrapposti alle stelle, chi potrebbe discernere e racchiudere nell’angusto petto, se la natura non avesse dato alla mente occhi così potenti e non avesse rivolto a sé un’intelligenza ad essa affine, e non avesse rivolto a sé un’intelligenza ad essa affine, e non avesse ispirato un compito così alto, e non venisse dal cielo ciò che ci chiama al cielo, per partecipare ai sacri riti?”
Il collegamento filosofico è con Plotino e con la sua opera le “Enneadi”, composte da 6 gruppi di 9 trattati ciascuno. Porfirio, allievo e biografo di Plotino, ordinò i trattati seguendo uno schema ascensionale che parte dalle realtà inferiori in senso ontologico, le realtà mondane e la vita terrena, passa per i livelli metafisici come la provvidenza, gli elementi demonici, l’anima e le facoltà psichiche, il puro livello intellettivo e giunge, nell’ultimo trattato, alla realtà divina suprema (l’Uno), fonte e meta di tutto l’Essere.
Infine c’è stato un riferimento alla psicologia con James Hillman, con la sua opera “Il Codice dell’Anima”  nel quale ci si domanda:  “Esiste qualcosa, in ciascuno di noi, che ci induce a essere in un certo modo, a fare certe scelte, a prendere certe vie – anche se talvolta simili passaggi possono sembrare casuali o irragionevoli? Se esiste, è il ‘daimon’, il ‘demone’ che ciascuno di noi riceve come compagno prima della nascita, secondo il mito di Er raccontato da Platone. Se esiste, è ciò che si nasconde dietro parole come 2vocazione”, “chiamata”, “carattere”. Se esiste, è la chiave per leggere il “codice dell’anima”, quella sorta di linguaggio cifrato che ci spinge ad agire ma che non sempre capiamo.
 

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