Mozart ritrovato a Budapest nei primi due movimenti della K 331

Non prima dell’ultimo ventennio del Settecento, Mozart componeva la Sonata per pianoforte n. 11, K 331. L’austero numero di classificazione Kochel poco potrebbe aiutare nel riconoscerla, eppure l’ascolto diretto renderebbe immediatamente noto il brano del Maestro a persone di qualsiasi età, bambini compresi. La K 331, secondo alcuni studiosi risalente con esattezza al 1783, è la pagina per pianoforte solo comprendente, nel terzo ed ultimo tempo, la celebre “Marcia alla turca”. Forse meno universali nella fama i primi due tempi, forti comunque di una penetrante cantabilità e di un andamento cullante, specie nel primo frangente. Superfluo decantare la fortuna della Sonata n. 11, dunque, spartito spesso ricorrente nelle selezioni pianistiche delle rassegne di Classica. Quanto più ha richiamato l’attenzione negli ultimi mesi sul componimento mozartiano è stato, lo scorso settembre, il ritrovamento delle pagine autografe dei primi due movimenti. Il rinvenimento, dai contorni assurdamente fortuiti, è da attribuire anche al metodico lavoro di Balazs Mikusi, da cinque anni direttore del Dipartimento musicale della Biblioteca Nazionale Szechenyi di Budapest. Spulciando tra numerosissimi faldoni di documenti e carte, impolverati ed ancora privi di catalogazione, il prof. Mikusi si è ritrovato dinanzi i quattro fogli corrispondenti agli originali dei primi due movimenti della K 331, vergati a mano da Mozart e fino ad oggi conosciuti per via di trascrizioni. Le perizie degli esperti hanno confermato il batticuore di Mikusi, che a primo impatto aveva già subodorato la grafia del genio di Salisburgo su quegli spartiti ingialliti e dati per dispersi da più di due secoli. Il lavoro certosino di Balazs Mikusi ha così ottenuto un degnissimo merito e premia il profilo professionale di chi spesso viene visto immolare la propria vita – e vista – nei corridoi ombrosi di biblioteche ed archivi. Però poi incorri in un autografo di Mozart e la tua vita, sacrificata al servizio culturale, ottiene un nuovo profumo; e magari ti dà anche la forza di cercare e di scoprire ulteriori dettagli, come ad esempio capire come i ritrovati due movimenti siano finiti – chissà quando – a Budapest, separati dal loro terzo gemello e riuniti in maniera inattesa solo oggi, oggi che delle carte ingiallite di questa specie fanno sussultare il cuore per ricchezza e bellezza.

 
 

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post