Il Muro di Berlino, 25 anni dopo
Ieri ricorreva il 25° Anniversario della caduta di uno dei monumenti più conosciuti della storia contemporanea: il Muro di Berlino. Simbolo della guerra fredda, del bipolarismo mondiale, delle sofferenze e delle privazioni del popolo tedesco, questa costruzione – voluta dalla orientale Repubblica Democratica Tedesca – divideva la città in due zone: quella Ovest d’influenza statunitense e quella Est di stampo sovietico. Era il marchio della cortina di ferro e impediva ai cittadini berlinesi il passaggio da una zona all’altra della città e in particolare dalla Germania Est che soffriva di una fuga di professionisti verso la parte Ovest. Lungo più di 155 km, il muro iniziò ad essere costruito nella notte del 13 agosto 1961 e ad essere demolito il 9 novembre 1989, quando il governo orientale decretò l’apertura delle frontiere. Durante questi ventotto anni centinaia di persone vengono uccise nel tentativo di scavalcare questo muro- continuamente presidiato dalla milizia a cui era stato ordinato di sparare a chiunque- col desiderio di incontrare un loro familiare, di sfamarsi o di fuggire dai comunisti. Furono anni terribili per la Germania che, diventata vittima del proprio passato, stava pagando per aver scatenato la più terribile e sanguinosa guerra della storia. Sovietici e americani rimasero rigidi sulle loro posizioni nonostante papa Giovanni XXIII li stesse pregando di metter fine alla guerra. Il presidente statunitense J.F.Kennedy, il cancelliere della Repubblica Federale Tedesca W. Brandt cercarono di migliorar i rapporti con l’Est ma la situazione cambierà solo quando diventerà presidente dell’Urss M. Gorbaciov, la cui politica innovativa porta alla fine della Guerra Fredda. La caduta del muro fu la premessa della riunificazione tedesca, avvenuta formalmente il 3 ottobre 1990. La città conserva i segni di quella divisione. Per coloro che si recano in visita a Berlino è impossibile non notare, ancora oggi, i segni indelebili delle differenti condizioni di Est ed Ovest. La Germania ha voluto ricordare la caduta del muro installando dei palloncini luminosi lungo quello che era il perimetro del muro. Da venerdì l’installazione “I confini della Luce”, composta da circa ottomila palloncini biodegradabili gonfiati ad elio e illuminati da un LED, ha illuminato 15,3 km di Berlino. Poi ieri sera, dinanzi ad una folla enorme di persone – tra cui la Merkel, Lech Walesa e lo stesso Gorbaciov, i palloncini sono stati liberati. È il simbolo che tutti i muri possono essere demoliti, anche quelli della dittatura, dell’ideologia e dell’inimicizia.