Torture nelle scuole: una antica e malsana abitudine

Fra le tante affermazioni che Gesù Cristo esternava ricordiamo quella che dice:”Sinite parvulos venire ad me” (lasciate che i fanciulli vengano a me). Il “Grande Maestro”amava i bambini perché affermava che essi, oltre ad essere buoni ed innocenti, sono il futuro del mondo. Invece, nell’istituto comprensivo “Russo” di Palma Campania tre disamorate insegnanti malmenavano ed insultavano i loro alunni i quali ritornavano a casa ricoperti di ematomi e lividi sul corpo. Denunciate da una madre in pena, le tre violenti donne sono state condannate agli arresti domiciliari. Noi diciamo:” E’ troppo poco!” Avrebbero meritato la galera ed il ritiro del diploma perché indegne del titolo di insegnanti. La notizia ha suscitato profondo disgusto tra i Bellonesi che hanno ricordato gli anni in cui frequentavano le classi elementari dove i cosiddetti “maestri” praticavano la più cruda violenza dimenticando ciò che avevano appreso studiando famosi pedagogisti come: Agazzi, Montessori, Pestalozzi, Rousseau, Froebel ecc. Come in un vecchio film, gli alunni bellonesi di un tempo si rivedono tremanti tra i banchi in attesa di essere interrogati. E il maestro-tiranno, con voce altisonante, puntava la “bacchetta” verso un alunno invitandolo alla cattedra. Ad ogni errore infieriva percuotendo decine di volte il palmo delle loro teneri mani. Altri, spinti dal loro innato istinto maniacale, sbattevano la testa dell’alunno sulla lavagna oppure lo ricoprivano di sputi maledicendo i suoi antenati o mettendo in dubbio l’onestà della madre. Per verificare la veridicità di quanto affermiamo, basta interpellare le persone dai 50 anni in su che, ancora oggi, avvertono il dolore dei calci, dei pugni sulle spalle o delle tirate di orecchi. Non pensavano i “maestri”che con il loro metodo bestiale creavano un grave squilibrio psichico nell’animo dei fanciulli, di quei fanciulli che oggi, divenuti uomini, odiano la scuola ed i maestri torturatori che hanno lasciato un pessimo ricordo. Tutti torturatori di professione adusi ad un linguaggio e ad un metodo che non si confacevano con l’insegnamento considerato una missione.

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