No al Burqa nei luoghi pubblici: La Corte Europea appoggia la Francia

La “loi interdisant la dissimulation du visage dans l'espace public” è una Legge Francese del 2010 (entrata ufficialmente in vigore nel 2011) che vieta la possibilità di nascondere il viso in pubblico e quindi di utilizzare il velo integrale Islamico in luoghi come piazze, scuole, ospedali, negozi e mezzi di trasporto. A distanza di anni, la Corte Europea dei Diritti Umani, emette una sentenza che appoggia la decisione Francese, confermando che la legge non viola il diritto alla Libertà Religiosa, né quello al rispetto della vita privata. Strasburgo, rigettando il caso avviato da una ragazza di vent’anni Musulmana (che aveva presentato alla Corte alcuni articoli della Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo citano il diritto di libertà di pensiero, di coscienza e religione,ma anche il rispetto per la vita pubblica e privata e la proibizione di ogni discriminazione), conferma l’importanza e il principio di “armonia nella società”, uno dei presupposti rivendicati dalla Legge Francese, che considera il volto “importante nelle interazioni sociali”. Viene quindi ammesso indirettamente che possano esserci persone che desiderano “non vedere in luoghi pubblici pratiche o comportamenti che possano mettere in questione in modo sostanziale la possibilità di avere delle interazioni sociali aperte”. Nonostante il dichiarato appoggio alla Legge “anti burqa”, la Corte di Strasburgo non si è risparmiata critiche. Secondo la Sentenza non è ammissibile che le norme siano state emanate però per “assicurare la sicurezza pubblica”. Il divieto non è infatti “necessario in una società” democratica. Secondo la Corte, si sarebbe potuto ottenere lo stesso risultato stabilendo l’obbligo di mostrare il volto in caso di controllo di identità. La Francia viene quindi in parte “bacchettata” dai Giudici, che ritengono parte delle motivazioni di questa Legge inappropriate e rafforzative di stereotipi. Lo Stato ha il dovere di promuovere la tolleranza e la sinergia fra i cittadini. Sebbene una delle motivazioni di fondo sia anti-etica, la Legge resta in vigore. La disposizione è di 150 Euro di multa e la frequenza obbligatoria a un corso di “educazione civica” per chi infrange la Legge, mentre rischia oltre trentamila euro di multa e il carcere per un anno chi obbliga una donna a coprirsi il volto.

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