Chi fu Roland Garros prima del Grande Slam

Il suo nome è un sigillo di gloria sportiva, tanto da dare la denominazione ad uno dei quattro tornei del Grande Slam; nome talmente famoso ed universale che in molti non si saranno mai chiesti chi sia stato Roland Garros. Per alcuni un politico francese, per altri addirittura un tennista del dopoguerra, fin quando poi non si decide di documentarsi perbene per chiarire chi sia stato l’uomo che ha dato il nome all’Open di Francia e all’omonimo aeroporto dell’isola francese di Reunion. Roland Garros per pochissimo non passò alla storia della caccia aerea come il primo degli assi, come vengono definiti gli aviatori che riescano ad abbattere almeno cinque aerei nemici. Perché Garros fu un eccellente, eroico aviatore in forza all’Armée Française durante la Grande Guerra; fu grazie al suo intuito tecnico, prima che pratico, che molti suoi colleghi avrebbero potuto poi sferrare attacchi memorabili e fregiarsi degli onori da alta quota. Garros, infatti, durante gli attacchi aerei del 1914 capì quanto fosse necessario sincronizzare, allineare le due azioni del pilotaggio e del mitragliamento; fino ad allora i piloti, in assenza di un copilota, dovevano abbandonare per dei secondi le cloche ed imbracciare fucili e pistole, per poter mirare ai nemici. Allora Garros installò una mitragliatrice sulla parte anteriore del proprio aereo, un Morane Saulnier “Parasol”, cosicché sparare e manovrare il velivolo divennero un’unica cosa. Poi la sorte beffarda lo costrinse, nel 1915, ad un atterraggio senza motore oltre le linee nemiche tedesche; Garros riuscì a mettersi in salvo, ma i soldati tedeschi rinvennero il suo aereo e vennero a conoscenza del meccanismo che aveva già abbattuto diversi loro velivoli. L’ingegnere Anthony Fokker, il famoso “Olandese volante”, copiò il sistema, che includeva anche dei coni posti a proteggere le eliche dai proiettili, fino a perfezionarlo sul piano meccanico. Garros fu internato in un lager, dal quale scappò nel 1918 per tornare a bordo e a guerreggiare in cielo, a consacrarsi pioniere dei piloti di caccia; tuttavia perse la vita poco dopo, abbattuto dal fuoco nemico a Saint Morel, nelle Ardenne, il giorno prima di compiere trent’anni. Questa è la breve storia di chi ha dato il nome al meraviglioso appuntamento tennistico francese che ogni anno si tiene sulla terra rossa delle Court Chatrier e Lenglen. A sibilare su quei campi non sono più le raffiche delle mitragliatrici di un Morane “Parasol”, ma gli ace e gli smash dei più forti tennisti al mondo; il dramma di chi, come Garros, perse la vita in guerra è diventato altro, regna su otto ettari di impianto sportivo dove campioni immensi scrivono la personale leggenda di forza, precisione e di fantasia balistica. E tutto torna.

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