Clan Belforte, bene l’arresto di Polverino ma ora bisogna colpire più in alto

Dopo il nostro articolo pubblicato su “Pignataro Maggiore News” il 25 ottobre 2013, con il titolo: “CENTRALI, RIFIUTI, TRASPORTI, POLITICA: IL CLAN BELFORTE ALL'ASSALTO DELL'AGRO CALENO – PIGNATARO, CALVI, PASTORANO E SPARANISE “PROVINCIA” DI MARCIANISE”, alcune persone entrate a far parte della schiera dei nostri lettori in epoca molto recente ci avevano chiesto se non avessimo – per caso – sopravvalutato il ruolo del “clan Belforte” di Marcianise. Ci preparavamo, pertanto, a replicare, quando ogni nostra precisazione è stata resa superflua dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli (pubblici ministeri dott. Giovanni Conzo, dott. Luigi Landolfi e dottoressa Annamaria Lucchetta) che ha portato all’arresto, tra gli altri, in data 7 novembre 2013, del consigliere regionale del Pdl Angelo Polverino, coinvolto in una losca storia di appalti all’ospedale di Caserta diventati un grande banchetto appunto per il clan Belforte. Come sanno i nostri affezionati lettori pignataresi, Angelo Polverino è il soggetto che diffuse una molto interessante e sintomatica dichiarazione al momento dell’assoluzione in primo grado, con il rito abbreviato da parte del Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Napoli, dell’ex consigliere provinciale ed ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, che era stato arrestato l’11 marzo 2011 con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica. Il processo d’appello si terrà il 29 novembre 2013. "Conosco Giorgio Magliocca per la sua integrità morale – dichiarò il 20 febbraio 2012 il consigliere regionale Angelo Polverino – e sono felicissimo dell’assoluzione che lo vede completamente estraneo alle accuse formulate nei suoi confronti. Il suo lavoro da sindaco a Pignataro e la sua attività in politica e nell’ambito professionale è stata finalmente riabilitata da una sentenza. Come sempre resta l’amarezza per la strumentalizzazione delle inchieste giudiziarie che viene fatta da una certa parte della politica e che ora sarà naturalmente in silenzio dopo aver messo in croce, mediaticamente, Giorgio Magliocca. Anche questa amara vicenda dovrebbe insegnare che rispetto della magistratura significa attendere che le indagini facciano il loro corso prima di esprimere giudizi che distruggono la vita e l’onorabilità di una persona”. Se Polverino, esponente politico bello e forte – in una parola “Belforte” –, giura sulla “integrità morale” di qualcuno, nel caso di Giorgio Magliocca, bisogna che i nostri affezionati e intelligenti lettori facciano autonomamente qualche riflessione, senza nemmeno aspettare una nostra provocazione in merito.  
Va anche detto, per quanto riguarda la cosca dei Belforte (noti altresì come i “Mazzacane”), che la sua pericolosità è adeguatamente valutata dagli investigatori della Squadra Mobile di Caserta – diretta dal dottor Alessandro Tocco – se si tiene presente che la sezione anticamorra è suddivisa in due articolazioni: una che si occupa del “clan dei casalesi” in generale e l’altra che indaga in maniera più specifica sui Belforte. Noi di “Pignataro Maggiore News”, insomma, non ci siamo inventati nulla, non abbiamo affatto sopravvalutato la potenza e la pericolosità dei “Mazzacane”. La nostra sottolineatura era, invece, rivolta soprattutto a indicare negli esponenti politici e negli imprenditori legati ai Belforte la punta di diamante degli affari nel campo delle centrali, dei rifiuti e dei trasporti che stanno invadendo o hanno già invaso l’Agro caleno.  Insomma, dopo l’arresto di Polverino, bisogna – a nostro avviso – colpire più in alto gli intrecci tra politica e camorra nati sotto l’ombrello dei Belforte. Uno scenario in cui la potente famiglia mafiosa dei Lubrano di Pignataro Maggire gioca un ruolo fondamentale per l’antico canale mafioso esistente con i “Mazzacane”; e i Lubrano possono contare su penetranti relazioni con la politica pignatarese. Vanno accesi i riflettori sulla politica della “Svizzera dei clan” per capire chi sono gli alleati delle centrali e dei rifiuti dei Belforte nell’Agro caleno. Se qualcuno comincia a parlare del cosiddetto “sviluppo” (senza posti di lavoro, ovviamente, ma con moltissime tangenti), se qualcuno non sa se le centrali inquinano o no – siatene certi, cari lettori -, quei “qualcuno” sono i servi dei Lubrano, o sono sotto la loro minaccia o dai Lubrano possono essere ricattati o intimiditi pure con l’apporto di settori deviati degli apparati dello Stato. Noi – come è ovvio – terremo gli occhi bene aperti, unitamente agli ambientalisti che in questi mesi sono scesi più volte in piazza in difesa dell’ambiente e contro i “poteri forti” che vogliono colonizzare il territorio.
Rosa Parchi

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