Chi è Jorge Mario Bergoglio?

"Fratelli e Sorelle buona sera. Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo ma siamo qui". Così esordisce il cardinale argentino di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, eletto nuovo Pontefice col nome di papa Francesco. Arriva da lontano il nuovo papa, il primo pontefice latino americano nella storia. Col none di Francesco è il duecento sessantaseiesimo pontefice della storia della chiesa di Roma, era l'unico gesuita fra i cardinali elettori.
Il Papa della semplicità, questo sarà papa Francesco, così come semplice è stato il suo saluto e la sua benedizione alla piazza stracolma di fedeli. Papa Francesco ha invitato i fedeli ad iniziare insieme un cammino di amore, fratellanza, di fiducia e di pregare per lui. Più che le prime parole, emozionanti e molto umane, di papa Francesco colpisce il suo gesto di inchinarsi davanti alla folla di fedeli chiedendo loro di pregare per lui. Un gesto quello del nuovo pontefice che si configura come un segnale di grande umiltà, di totale disponibilità davanti alla chiesa, comunque un gesto non consueto per un pontefice appena eletto. Normalmente ci si aspetta da un papa la sua benedizione e questa era dotata anche dell'indulgenza plenaria, un gesto estremo da parte del pontificato. Di fronte all'enorme folla che attendeva la sua benedizione si è quasi messo in atteggiamento di "accoglienza" di questa preghiera corale chinando il capo e appoggiandosi alla balaustra. È il gesto forse più bello che potesse compiere. Quella del nuovo pontefice è stata un presentazione estremamente semplice; si è presentato non come il papa ma come Vescovo di Roma e ha esortato la folla a pregare per il papa emerito Benedetto XVI. Se si può valutare un papa dalla sua prima apparizione, dai suoi primi gesti, si potrebbe dire che Jorge Mario Bergoglio, appena diventato pontefice sceglie la linea della semplicità. Questo sembra essere il suo stile, questo traspare dalle prime immagini alla sua apparizione dal balcone di piazza San Pietro. Bergoglio, imponente nella figura, voce tenue ma ferma, si è presentato vestito di bianco, ma senza indossare la mozzetta rossa, la tipica mantellina papale che era stata preparata insieme ai tre abiti di tre misure diverse, una small, una medium e una large, approntati prima dell'elezione per adattarsi alla figura che dovrà indossarli e che restano appesi nella cosiddetta " stanza delle lacrime" fino all'habemus papam. Anche la stola ha fatto la sua comparsa sulle spalle del pontefice solo per il tempo della benedizione. Poi papa Francesco l'ha tolta. Un gesto non consueto è anche la scelta del nome Francesco, un nome che nessun altro papa aveva mai preso e che fa ovviamente riferimento al santo di Assisi, al "poverello" che seppe parlare ai potenti.
Sfiorò le elezioni nel 2005 ma allora chiese di far confluire i suoi voti su Ratzinger, segno evidente che non si sentiva ancora pronto a ricoprire un ruolo così importante. Oggi ha sentito il dovere di rispondere alla chiamata. Argentino di Buenos Aires, 76 anni, dal suo cognome traspare un origine italiana. La famiglia Bergoglio, infatti, viene dal Piemonte. Il bisnonno era nato a Portacomero in provincia di Asti. Da lì il padre del pontefice emigrò a Torino prima di andare in Argentina. Jorge Mario è nato nel 1936 il 17 Dicembre, giorno di San Giovanni de Matha, il fondatore dell'Ordine della Santissima Trinità per la liberazione degli schiavi. La sua è una storia di grande fede semplice e pura. È entrato in seminario nel 1958 dopo aver conseguito il diploma di tecnico chimico. Dopo gli studi è entrato nel seminario di Villa Devoto. Ha compiuto studi umanistici in Cile e nel 1963 di ritorno da Buenos Aires ha conseguito la laurea in filosofia. Nella metà degli anni 60 è stato professore di letteratura e psicologia per approdare negli anni 70 alla facoltà di teologia. Il 13 dicembre del 1969 è stato ordinato sacerdote e nel 73 ha fatto la sua professione perpetua, ha giurato di dedicarsi a Dio. Professore all'università ma anche parroco, dall'80 all'86 ha diretto la parrocchia di San Josè, diocesi di San Miguel. È lì che si occupa dei poveri. Dopo aver completato il dottorato in Germania, il 20 maggio del 1992 viene nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires da Giovanni Paolo II. Nel 1998 divenne arcivescovo della capitale argentina. Il beato Wojtyla nel 2001 lo nomina cardinale con il Titolo San Roberto Bellarmino. Cambiano le sue vesti ma lui non cambia. Non cambia il suo stile pastorale. È sempre il pastore della povera gente, voce di chi non ha voce, volto di chi non ha volto. Si reca al lavoro con i mezzi pubblici, mette sempre i poveri al primo posto e confessa nella Cattedrale come un normale sacerdote. Da vescovo e cardinale non ha paura di confrontarsi con le istituzioni quando deve difendere la dignità umana. Ma, al tempo stesso, sottolinea che la Chiesa non deve mai farsi illusioni di grandezza. Bergoglio ama la frugalità, preferisce la bici all'auto di servizio, vive in un appartamento semplice e cucina i suoi pasti. Da sempre predica l'importanza della Spiritualità e presuppone che una corretta comprensione di Dio porti naturalmente le persone a prendersi cura dei più bisognosi. Chi ha avuto modo di conoscerlo e frequentarlo lo descrive così: è una persona semplice, alla mano, meravigliosa. Una volta era atteso in una grande parrocchia di Buenos Aires per celebrare le sante cresime, tutti aspettavano un auto nera invece lui arrivò da solo, in bicicletta, e tra lo stupore generale disse: "sono io il vescovo che deve cresimare". Ecco chi è sua Santità Francesco, il nuovo papa.

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