La riforma dei Conservatori: un quadro sui nuovi percorsi di studio

La riforma del sistema universitario ha di recente toccato anche le Istituzioni musicali, interessate da un importante processo di innovazione. Il settore non veniva toccato da un riforme legislative dagli anni ’30 del secolo scorso: in quell’occasione furono riformulati i programmi di studio sia degli insegnamenti principali sia degli insegnamenti complementari.
A ben vedere, la riforma di cui ci stiamo occupando ha avuto una portata più ampia di quella del 1930, dato che ha avuto ad oggetto la riformulazione completa dei piani e dei programmi di studio. Non ci si è limitati, dunque, ad una semplice modifica dei programmi, dato che sono stati fortemente rivisti i percorsi di studio.
Il primo punto che viene in rilievo è rappresentato dalla Istituzione dei licei musicali: ad essi verrà affidata la primaria formazione dei giovani musicisti. Dopo un periodo di studio di 5 anni presso i licei musicali, infatti, i giovani musicisti verranno accolti dai Conservatori, equiparati ormai in tutto e per tutto alle Università. Nell’ottica del legislatore, vi è anche la predisposizione di scuole medie ad indirizzo musicale.
Presso i Conservatori, i piani di studio si articolano in un doppio percorso della durata rispettiva di tre e di due anni. Il primo percorso – equiparato al vecchio diploma rilasciato dai Conservatori – permette agli studenti il conseguimento di una laurea triennale di primo livello. A seguito del completamento degli studi del bienni specialistico, si consegue una laurea che è equiparabile agli analoghi titoli rilasciati dalle Università.
Anche presso i Conservatori è possibile ormai prendere parte ai progetti Erasmus, con il positivo risultato per gli studenti di fare esperienze all’estero.

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