Uttaro, prima udienza per disastro ambientale

Discarica Lo Uttaro di Caserta: ha preso avvio lunedì scorso, 10 ottobre, presso la Prima Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, retta dal Presidente di Sezione dottor Giampaolo Gugliemo, la prima udienza del procedimento penale a carico di Antonio Limatola più altri cinque imputati, accusati del reato di “disastro ambientale” ed altri reati di non minore importanza. Ebbene, nel corso della prima udienza il Giudice Giampaolo Guglielmo ha ammesso la costituzione di parte civile di sei associazioni ambientaliste, fra cui il ComEr di San Nicola La Strada, difeso dall'avvocato penalista Mario Mangazzo di Caserta, e la sezione casertana di Legambiente. È un successo di grande spessore soprattutto per i cittadini che da anni, attraverso i Comitati civici cittadini, aspettano di ottenere “Giustizia”, quella Giustizia, con la “G” maiuscola, che, seppur lenta (le prescrizioni sono sempre dietro l'angolo), dovrebbe finalmente punire i colpevoli che nel corso degli anni si sono resi protagonisti di aver ridotto la provincia di Caserta una vera e propria “bomba ecologica ad altissimo potenziale distruttivo”. Basta leggere le dichiarazioni dell'ultimo pentito di camorra che ha portato alla luce tutte le nefandezze di cui i nordisti si sono resi responsabili con la complicità dei “nostri camorristi” e di una certa classe politica. Dopo la costituzione di parte civile, il Giudice Guglielmo ha rinviato la prossima seduta al prossimo 26 gennaio 2012 per l'istruzione dibattimentale. Come è noto, l’emergenza rifiuti è stata ufficialmente chiusa il 31/12/2009 e, nell’ottica di un ritorno alla più volte annunciata ordinarietà, l’art. 9 del decreto 90/2008 (quello che escludeva alcune discariche dall'elenco di siti di importanza nazionale, tranne Lo Uttaro/cava Mastroianni), non ha più, semmai l’abbia avuta in passato, alcuna ragione di esistere. Cava Mastroianni, infatti, è una cava di tufo (substrato notoriamente non idoneo ad ospitare una discarica a causa della sua elevata permeabilità), separata solo da un esile muro dalla discarica pericolosa ed illegale di Lo Uttaro\Cava Mastropietro (di cui costituisce null’altro che un ampliamento), sequestrata nel novembre del 2007 con un provvedimento del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ad appena 7 mesi dalla sua apertura, per “disastro ambientale” dovuto ad “inquinamento irreversibile”. Il 9 Giugno 2007 da Piazza Parrocchia a San Nicola la Strada partì l'ennesima manifestazione per esprimere contrarietà alla discarica in località Lo Uttaro. Ad oggi l’area continua ad essere sotto sequestro e in attesa di una messa in sicurezza d’urgenza. Nel frattempo i sindaci dei Comuni di Caserta e San Nicola la strada (comune confinante con l’area in questione) hanno emanato, nel giugno 2010, due provvedimenti di divieto di emungimento dell’acqua dai pozzi della zona Lo Uttaro a causa degli elevati livelli di inquinamento dell’acqua di falda riscontrati e presumibilmente attribuibili alle infiltrazioni di sostanze inquinanti provenienti dalla discarica. Divieto, comunque, mai rispettato dagli agricoltori. L’invaso di Cava Mastroianni, poi, sorge in zona vincolata dalla Sovrintendenza per i beni Archeologici per la presenza dei resti dell’antica città Osca di Calatia, a pochi metri da una delle condutture principali dell’acquedotto della Campania occidentale (che alimenta diversi comuni del casertano e del napoletano e parte della stessa città di Napoli), ed è circondato, su ben tre lati, da 4 discariche (tra le quali quella citata di Lo Uttaro\Cava Mastropietro) e da un sito di stoccaggio, che ospitano complessivamente circa 6 milioni di mc di rifiuti, parte dei quali di notevole pericolosità. A poche centinaia di metri, inoltre, sussiste il cantiere del costruendo policlinico di Caserta già oggi incompatibile con questa situazione, e con la presenza di 2 cementifici che impattano sulla qualità di vita e sulla salute degli oltre 200.000 cittadini della zona. Già nel giugno 2008 il Comune di San Nicola la Strada (confinante con la località ove è ubicata la Cava) aveva commissionato al Prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia all’Università di Napoli una consulenza tecnica2 che si espresse chiaramente per l’inidonietà tecnica della cava ad ospitare rifiuti. Nella stessa direzione va anche la Proposta di Piano Provinciale di gestione dei rifiuti urbani della Provincia di Caserta che, nell’individuare le zone di territorio provinciale idonee, in base ai parametri di legge, ad ospitare un impianto di discarica, esclude tassativamente, causa la presenza di vincoli escludenti, l’idoneità dell’area in questione. Sarebbe assurdo perciò, oltre che contrario a tutte le normative nazionali ed europee in materia, se qualcuno pensasse di utilizzare tale invaso per realizzarvi una discarica laddove c’è una situazione di devastazione ambientale come poche in Italia. Situazione che preoccupa per le conseguenze che sta avendo ed avrà sulla salute delle oltre 200.000 persone che abitano nei dintorni (le prime case sono a meno di cento metri in linea d’aria) e che fece stanziare nel dicembre 2009 all’ex Assessore all’Ambiente della Regione Campania Walter Ganapini ben 60 milioni Euro per la bonifica dell’intera area (comprensiva della stessa Cava Mastroianni). Soldi che rischiavano di andare perduti a causa del cambio di giunta in Regione e che per fortuna sono stati almeno in parte (15 milioni di Euro previsti dal Protocollo di intesa per la bonifica e il ripristino della qualità ambientale di Lo Uttaro) recuperati per essere destinati a dare attuazione ad un progetto di caratterizzazione e di bonifica.

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