Il PD ricorda i 136 italiani morti a Marcinelle nel 1956

Casagiove – Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nonostante gli aiuti americani del Piano Marshall, il Paese era in ginocchio e migliaia di italiani si videro costretti, gioco forza, ad emigrare oltre le Alpi, nelle vicine Svizzera, Francia, Germania, Olanda e Belgio. La vita era dura e non c’era ancora una presa di coscienza da parte dei “padroni” sui rischi lavorativi. Fu così che la mattina dell' 8 agosto del 56, in una miniera di carbone del Bois de Cazier, a Marcinelle, poco lontano da Cherleroi, in Belgio, morirono 262 persone. 136 erano italiani. Una tragedia immane, agghiacciante, nata dal disprezzo del diritto alla vita e alla sicurezza sul lavoro e dal bisogno che spinse, migliaia di manovali, ad accettare un lavoro disumano. Le inutili operazioni di salvataggio furono condotte in un clima di disperazione fino al 23 agosto quando uno dei soccorritori pronunciò in italiano: "Tutti cadaveri!". In Belgio erano arrivati, migranti per bisogno, 140 mila lavoratori italiani con a seguito 18.000 donne e 29.000 bambini. “Quei morti” – hanno affermato i vertici del PD casagiovese in un comunicato che vuole ricordare il sacrificio di tanti lavoratori italiani e non – “e i tanti che per il diritto al lavoro e alla dignità sono caduti, di tutti i tempi, di tutti i Paesi, di tutti i colori, di tutti i credi, siano di esempio alle giovani generazioni; insegnino a porre sopra a tutto il diritto alla vita; la dignità prima del profitto. Rimangano, quegli uomini, morti per lavorare” – è scritto nella nota – “nel ricordo vivo di chi lotta per un mondo senza discriminazioni, più giusto e solidale. fatto di meno ricchi e di nessun povero. I morti di Marcinelle rammentino a tutti che anche noi italiani siamo stati migranti, che anche noi siamo stati discriminati, ma anche accolti (perché quel Paese aveva bisogno di braccia e non guardava il paese di provenienza, purché consentisse ai padroni di arricchirsi, ndr.). Questo Paese, ritrovi dalla sua storia, dalle grandi battaglie combattute da chi ha sempre lavorato, la dignità e la capacità di rinnovarsi, la forza e l'intelligenza di riappropriarsi del futuro, la voglia di ricominciare a camminare sulla strade della solidarietà, del bene comune e la rabbia giusta per cacciare dal tempio tutti i mercanti che ci si sono intrufolati. Grazie ai caduti di Marcinelle” – concluso i democratici di Casagiove – “per averci insegnato, col loro sacrificio, la dignità e la capacità di lottare”.

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