La professoressa Castaldo difende i cani di quartiere. I nomadi sono i veri responsabili dell’apertu

“In via Milano e nelle immediate vicinanze non c’è alcun pericolo di randagismo”. Ad affermarlo con decisione è la professoressa di un noto istituto casertano, signora Dulcizia Castaldo, che ci ha contattato per smentire quanto affermato da una residente circa il fenomeno del randagismo in via Milano ed il fatto che i tre cani che ivi vivono hanno un atteggiamento docile, non aggressivo e dunque non pericoloso né per gli umani né, tantomeno, per i cani da salotto che i proprietari portano al guinzaglio. “I tre cani che sono “residenti” in via Milano” – ha aggiunto la professoressa Castaldo, profonda amante degli animali (ha in casa alcuni gatti) – “vengono accuditi amorevolmente con carne in scatola e crocchette, oltre alla somministrazione dell’acqua. Sono dei cani di quartiere protetti dalla legislazione. Il cane libero accudito è lo strumento alternativo per la lotta al fenomeno del randagismo e per evitare la reclusione a vita nei canili, ai sensi della legge regionale 34/97 e della Circolare del Ministro della Sanità 14 Maggio 2001 n. 5. Un “cane libero accudito” (ex “cane di quartiere”)” – sottolinea la signora Castaldo – “è un cane che vive in stato di libertà accudito dalla cittadinanza, in quanto rispettato e riconosciuto come bene comune. La comunità che accetta di istituire un cane libero accudito deve prendersene cura in tutti i sensi, così come abbiano fatto noi in via Milano. In questo modo il cane è stato in un certo senso adottato dal quartiere dove trascorre la maggior parte della sua giornata e dove trova qualcuno che provvede a sfamarlo e a fargli qualche carezza. Inoltre” – tende a sottolineare Dulcizia Castaldo – “i tre cani sono stati muniti di microchip, sono stati vaccinati, sono esenti da zecche e la femmina è stata sterilizzata. Il cane libero accudito è la soluzione migliore per dare dignità e una speranza di vita migliore ai nostri amici a quattro zampe meno fortunati di altri. Queste precisazioni sono necessarie perché, come è successo per un altro esemplare di piazza Municipio, il sindaco ha provveduto con una ordinanza a farlo prelevare. Ci sono volute ben 900 firme da me raccolte fra la cittadinanza di San Nicola La Strada, affinché il cane fosse restituito al suo quartiere. Eppoi, non è vero” – ha concluso – “che sono i cani a rompere e sversare il contenuto delle buste della spazzatura poste nei contenitori della spazzatura che sono accanto alla stazione dei Carabinieri. È colpa dei rom, ed io ne sono testimone, che alle 6.00 del mattino ed alla sera tardi vanno a rovistare nei cassonetti aiutandosi con un manico di ombrello per prendere i sacchetti posti in profondità e dove aver rovistato, lasciano tutta l’immondizia per terra”. Ringraziamo la professoressa Castaldo per la testimonianza che ci ha reso e per aver difeso i migliori amici dell’uomo (ma l’uomo è veramente suo amico ?), sottolineando che l’istituzione di un cane libero accudito non si decide solo con delibere comunali, nè è lasciato al libero arbitrio di singoli cittadini: questa seconda ipotesi non fa che alimentare certi odi verso gli animali. Inoltre avere a “disposizione” nel proprio quartiere un cane libero accudito da anche la possibilità di avere un cane da curare e con il quale giocare nel caso non sia possibile per mancanza di giardino o di tempo averne uno “di proprietà”.
 

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