Intervista al maestro Andrea Olivieri

Fin dagli esordi del suo percorso artistico il maestro Andrea Olivieri espone nei maggiori musei e gallerie d'arte regionali, nazionali ed internazionali quali la  Galerie du XXème Siècle di  Charleroi (Belgio), Museo J. Destrée Marcinelle (Belgio), nel salone dell'Hôtel de Ville ospite della personale del maestro, il console generale d'Italia Vittorio Bonomo, il Picccadilly Hotel a Londra in occasione del "Queen's Silver Jubilee", la Fiera Internazionale EXPO di Bari, il Marriott Wardman Park Hotel di Washington con la Congiunzione della Niaf (National Italian American Fondation). Figlio d'arte e allievo del prof. Nicola Spinosa ha meritoriamente ottenuto riconoscimenti non solo dalla critica ma anche dal pubblico mostrandosi in grado di rivaleggiare con la sua pittura incline alle forti passioni, con i più grandi artisti. La brillante carriera del pittore bellonese e non di Belluno come annunciò erroneamente Mike Bongiorno durante la premiazione del Pavone d'Oro del 1976, è una antologia di prestigiosi premi: il 1 premio Medaglia d'Oro durante l'esposizione nel Centro Culturale di Liegi (Belgio),  Medaglia Aurea e Targa alla mostra del Centro Culturale "Giulio Rodinò" di Napoli, Selezionato Speciale alla mostra di Montecarlo, coppa e medaglia nella collettiva di Palazzo Reale di Caserta, Segnalazione Speciale nella Vª edizione del Pavone d'Oro del 76 e nel 77 nello stesso Teatro Manzoni di Milano riceve il Pavone d'Argento, Premio Il Campidoglio D'Oro nella collettiva di Roma e tanti altri riconoscimenti. Inserito nell'Albo d'Oro degli Artisti Europei, Senatore dell'Accademia Universale "Guglielmo Marconi" di Roma e Direttore Artistico del Centro A.C.L.I. di S. Maria C.V. l'Olivieri sostiene: "E’ bello ricevere un premio ma ciò che più mi invoglia e mi riempie di gioia è entrare con la mia arte nelle case della gente e sapere che fanno l'impossibile per esporre un mio quadro alla parete". La sua non è un'arte autocelebrativa né declama i ruderi dell'inciviltà sociale ma è una pittura  che come afferma lo stesso Olivieri "è missione e non solo mezzo di vita". In occasione della visita che l'On. Nilde Jotti, allora presidente della Camera dei Deputati, fece a Bellona, fu donata un'opera del nostro artista per essere esposta nella sala della Lupa in Montecitorio a testimonianza del suo impegno sociale, della sua missione di pittore.
La pittura e la sua interpretazione
L'interpretazione di un'opera d'arte è soggettiva e il pittore non deve mai imporre la sua visione ma lasciare che l'osservatore si conceda ad una libera interpretazione. Il pittore, non l'artista, perché gli artisti sono altri, può  fornire senza condizionamenti  degli indirizzi che consentono di vedere in profondità il suo pensiero, di scomporre le sue scelte stilistiche. La libera interpretazione ha anche i suoi risvolti negativi perché si incorre nel rischio che spesso il pittore venga giudicato per quello che non è. Alcuni critici mi hanno qualificato come un pittore malinconico ma non è vero. Un'opera pittorica è il riflesso di uno stato d'animo di un momento e quell'istante è rilegato ad un determinato contesto oltre il quale inizia un'altra emozione che non consente di definire malinconico un pittore. Dietro la stesura di un colore, di una  pennellata si cela una ideologia pittorica positiva, un discorso straordinario.
Quali sono le difficoltà di un pittore
La vita è difficile ed essere artisti veri è ancora più difficile. Un pittore deve saper equilibrare passione e lavoro. Puntare sia verso una pittura commerciale che risponde a determinate esigenze e soddisfa un ampia richiesta di mercato  consentendo di sostenere economicamente la propria famiglia. Sia dare libero sfogo alla sua originalità nella pittura personalizzata ricca di inventiva ma circoscritta ad un mercato d'arte più selettivo. Bisogna tener presente anche le problematiche che scaturiscono dall'essere ancorati alle proprie radici, al proprio territorio. Io ho avuto la possibilità di uscire dai confini ma non ho voluto abbandonare la mia città, Bellona. Questa scelta mi ha autocondannato sia perché venendo da una piccola realtà si è costretti a presentare ovunque si vada il proprio curriculum, sia perché mi ha precluso la possibilità di guadagnare dignitosamente poiché un'opera fuori i confini regionali è quotata il triplo. Ho incontrato molte difficoltà e mia moglie mi è stata sempre vicino ma sono convinto che bisogna valorizzare il proprio territorio promuovendo l'arte e gli artisti.
La pittura concettuale nelle sue opere
L'arte non consente di fermarti, ha bisogno di continui aggiornamenti, di fantasia. Nei miei quadri non c'è pessimismo cupo ma luminosità, dinamicità e non staticità, un discorso sui valori della vita stessa, la nudità dei sentimenti colti non in superficie ma nella profondità dell'animo umano, il superamento del dramma e la supremazia della speranza.
Bisogna fare gli artisti facendo emergere sulla tela discorsi di onestà. Io vivo per la pittura.
Auguri maestro e tante grazie.

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