Antonella Ricciardiintervista Dagoberto Bellucci. Prima parte

Dagoberto Bellucci, modenese di origine toscana, già militante in diversi movimenti d'ispirazione rivoluzionaria, ed adesso giornalista inviato speciale in Libano per il quotidiano Rinascita, esprime in questa intervista una analisi molto approfondita e ragionata sul mondo politico neofascista, cui non risparmia critiche. Bellucci, che è anche autore di volumi di dottrina islamica, politica internazionale e analisi storiche,
illustra inoltre le importante sfaccettature del vivissimo mondo politico libanese, le ragioni della propria adesione all'Islam sciita (sottolineando, tra l'altro, l'importanza dell'equilibrio tra le esigenze terrene e spirituali dell'uomo), il ruolo degli sciiti in Iraq, non certo tutti schiacciati sulle posizioni degli invasori statunitensi.

1) Tu, fin da giovanissimo impegnato nel mondo della destra radicale, hai aderito all'Islam sciita: puoi spiegare cosa ti abbia spinto a ciò, e che ruolo abbiano avuto in tale scelta  i tuoi ideali politici?

 La mia militanza nell'area della cosiddetta "destra radicale" risale alla metà degli anni ottanta. Ora iniziamo subito a dire che l'approdo all'Islam sciita è successivo e maturato a seguito di diverse riflessioni sia personali che politiche che sono la conseguenza, indiretta, proprio di questa militanza in quella che definirei tranquillamente come un autentico sanatorio per malati, alcuni piuttosto gravi a quanto mi risulta. Descrivere dieci anni di attività politica non è mai semplice nè tantomeno può essere esaustivo. Prima di tutto l'adesione all'Islam , alla sua "versione" sciita soprattutto, ha rappresentato per il sottoscritto l'approdo naturale ad una visione del mondo che avvertivo la sola che rappresentava realmente quella che, per dirla con Evola, era la mia "equazione personale" verso il sacro. O per esser piu' chiari era nell'Islam sciita che ravvisavo potessero esserci sia una dimensione trascendente corretta – che equilibrava cioè la sfera spirituale a quella materiale senza imporre alcunchè di straordinario – sia, per rimanere in ambito politico, la manifestazione di un radicalismo che rifiutava tanto il conformismo occidentale che l'american way of life. Era un mondo completamente diverso per il semplice fatto che si rapportava alla modernità stabilendo il proprio baricentro attorno ad altre "coordinate" ontologiche, ovvero privilegiando la dimensione spirituale dell'individuo, esaltandone i valori essenziali e dando risposte coerenti alla stragrande maggioranza dei problemi di cui soffre l'uomo moderno. L'Islam che viene propagandato sui mass media occidentali non avrebbe neanche diritto di cittadinanza nella mia visione del mondo: è un'aberrazione o per capirci una specie di parodistica rappresentazione del puro Islam mohammadiano. Per esser ancor più chiari, quest'Islam "fondamentalista" e "fanatico" che tutti conoscono sotto la sigla dell'organizzazione "Al Qaeda" (un data-base della Cia!) [il riferimento è a alle collusioni tra la politica di vari presidenti americani ed il gruppo di Bin Laden, un tempo sostenuto in funzione antisovietica,  n.d.r] e che serve agli interessi dell'imperialismo e della superpotenza a stelle e strisce (ma che più vastamente risponde ai clichè che l'Occidente ha costruito attorno alla religione islamica) non è nient'altro che un mostro partorito sapientemente dal ventre sempre fecondo della Grande Meretrice Usa. Ora diciamo pure che se vogliamo parlare di Islam sarebbe più opportuno e anche corretto parlare dei vari Islam che esistono: un miliardo e trecento milioni di musulmani non rappresentano un corpo unico nè tantomeno sono quella minaccia all'Occidente della quale continuano a blaterare i mass media mondialisti. E per capire che l'Islam è eterogeneo possiamo semplicemente fare un esempio calzante: la Repubblica Islamica dell'Iran, che appunto è uno Stato Islamico, non ha niente da spartire con la laicissima e occidentale Turchia (islamica? io ne dubito), con le altrettanto laiche e anti-islamiche Tunisia e Algeria [l'accenno è ai governi di questi due Stati di religione musulmana, laici ed autoritari, anche se formalmente si dichiarano di credenza musulmana, n.d.r.] o con il Regno dell'Arabia Saudita retto da una monarchia (come la maggior parte dei paesi del Golfo) che fonda il suo "diritto islamico" sulla lettura eretica del wahabismo [una interpretazione ultrarigorista dell'Islam, propria del governo sunnita di questo Paese, n.d.r.]. Parlare di un Islam monolitico che dovrebbe rappresentare il nuovo "pericolo" per gli occidentali è falsare completamente la realtà di un mondo che ha troppe sfumature e divisioni interne (sia dottrinali che di altra natura) che costituiscono e hanno sempre rappresentato probabilmente i veri limiti dei musulmani. I musulmani sono sempre stati divisi e storicamente la minoranza sciita ha rappresentato una sorta di "eresia" maltollerata dalla maggioranza sunnita che ancora oggi non ne tollera passivamente la presenza e l'attività. L'Islam sciita rappresenta dunque per il sottoscritto un porto d'attracco sia spirituale che politico perchè è al suo interno che ho ritrovato quella carica rivoluzionaria che, un tempo, si pretendeva rappresentata dai movimenti neofascisti. L'Islam sciita autentico è l'Islam della rivolta permanente per la Verità. E' l'Islam di Asciurà e dell'Imam al Husayn (a.s.) [abbreviazione per “alei salam”, in arabo “La pace su di lui”, n.d.r.], il Signore dei Martiri che ha difeso a Karbala un'idea di giustizia e di libertà negate dalla tirannia. Karbala è un simbolo di rivolta contro qualsiasi potere dispotico e illegittimo; è il grido disperato dei diseredati del pianeta contro le ingiustizie, la tirannia, le dittature che si sono manifestate nel corso dei secoli. E' anche un esempio che ha contrassegnato l'evoluzione in senso rivoluzionario della recente storia iraniana portando nel febbraio del 1979 le forze islamiche alla conquista del potere. Ora il problema rappresentato dalla cosiddetta "estrema destra" italiota è che – ieri come oggi – si presumeva che i cosiddetti rivoluzionari neofascisti avessero realmente intenzione di abbattere il Sistema. Troppa rabbia uscirebbe fuori se dovessimo ripercorrere sessant'anni di parodia neofascista in Italia e nel resto d'Europa. Costoro, i dirigenti neofascisti o di quella che oggi è tornata a chiamarsi stupidamente "destra radicale" (cadendo nuovamente nell'anticomunismo senza il comunismo e finendo per fare da stampella alle politiche neoliberiste del centro-destra berlusconiano con il quale, non casualmente, son finiti per allearsi tutti i vari movimentini e partitini d'"area") , hanno utilizzato , mandandoli spesso incontro alla morte, i propri militanti per "opporsi al comunismo" ieri così come sarebbero pronti a mandarli, domani, allo sbaraglio contro il nuovo "nemico" che hanno individuato nell'immigrazione specialmente in quella islamica. Ora, premesso che l'anticomunismo e il nazionalismo erano i soli veri valori che hanno contrassegnato sia la destra parlamentare che quella extraparlamentare durante gli anni caldi della strategia della tensione, dobbiamo esser chiari quando diciamo che costoro sono degli impostori che – sul piano fattuale – hanno nè piu' nè meno reso un intera area, teoricamente antagonista al liberalcapitalismo e al modello occidentale e che doveva essere la nemica mortale degli Stati Uniti, servilmente funzionale proprio alle strategie americane sul piano internazionale con l'opposizione all'Urss e al blocco delle democrazie orientali e sul piano interno finendo per avere rapporti poco chiari con l'eversione e le politiche di stabilizzazione democratica americanocentriche.
Tanto per esser ancor più chiari la storia del neofascismo dalla fine del conflitto ad oggi sarebbe tutta da riscrivere: avevano cominciato a farlo il soldato-politico Vincenzo Vinciguerra (che in tre suoi libri fondamentali – "Ergastolo per la libertà" , "La strategia del depistaggio" e "Camerati addio" – ha disintegrato la favola di un neofascismo "rivoluzionario" in conflitto contro il Sistema per descrivere invece un quadro a tinte fosche di puttaneggiamenti vari tra dirigenti e militanti neofascisti e servizi segreti, arma dei Carabinieri e polizia di Stato, ufficio affari riservati del Ministero degli Interni e strutture atlantico-sioniste quali la rete paramilitare di Stay Behind alias l'italica Gladio) e il Grande Guascone di Popoli alias Maurizio Lattanzio al quale vanno invero immodificate tutta la nostra stima e solidarieta' anche a distanza di anni. Giusto per dare un'equazione "matematica" possiamo dire che la Repubblica Islamica dell'Iran sta all'Arabia Saudita come la nostra idea del mondo sta al Neofascismo, ovvero l'uomo e la scimmia. Niente di più e niente di meno. Una autentica parodia quella neofascista allo stesso modo in cui l'Islam saudita rappresenta una oscena parodia in seno al mondo musulmano. In che modo dunque gli ideali "appresi" durante la mia esperienza abbiano influito sulla decisione di aderire alla Shi'a duodecimana e seguire la "linea" dell'Imam Khomeini è presto detto: vedete, se fossi nato qualche anno prima probabilmente avrei finito con lo scontrarmi con i "rossi" che rappresentavano il nemico "visibile" e anche "preponderante" che si opponeva ai giovani neofascisti. A parte qualche sano scontro boxistico in terra d'Emilia proprio a metà anni ottanta direi che abbiamo evitato questo logica di contrapposizione degli opposti estremismi perchè funzionale esclusivamente al potere ieri democristiano oggi più vastamente neoliberista. Ed e' stato un bene aver compreso in tempo questa menzogna. Troppi morti causati dalla stupidità destro-radicale e dall'altrettanto stupidità dell'antifascismo militante di certe frange dell'ultra-sinistra. Purtroppo vedo che la storia non ha insegnato proprio granchè se , in una società svuotata di ideali e valori, i pochi che si occupano di politica continuino a perseguire le medesime logiche "fratricide". I neofascisti, che oggi hanno scoperto di chiamarsi "destra radicale" perche' evidentemente c'è qualcuno al quale interessava che un'intera area ritornasse a parole d'ordine che con il Fascismo Rivoluzionario e le Rivoluzioni Nazionali europee poco hanno a che vedere, identificano nell'immigrazione un pericolo per quella che chiamano civiltà occidentale! Complimenti: tanto valeva che costoro aderissero alla Lega Nord o a qualcun'altro dei partiti della media-piccola borghesia bottegaia pullulanti nel perimetro coloniale italiota. E l'estrema sinistra , con la sua retorica pacifinta, terzomondista e internazionalista, non si schioda dalle sue posizioni d'antifascismo militante e di difesa della "democrazia". Ora se consideriamo che in Italia c'è assai poco da salvare vista la deriva inquietante che ha assunto la politica e che, in fondo rispecchia perfettamente il sovvertimento di tutti i valori intervenuto nella società italiana, possiamo anche comprendere che questi ambienti siano estremamente funzionali alle logiche del divide et impera atlantico-sioniste e pronte a dar vita a una nuova stagione di violenza. Mi domando: in nome di chi e che cosa questi signori – dirigenti dell'una e dell'altra fazione – stanno giocando sulla pelle di ragazzini che poco e mal conoscono della recente storia italiana? Al di là della nostra adesione spirituale e politica all'Islam rimaniamo italiani affatto fieri di esserlo: l'Italia è un paese strano che per decenni e' stato utilizzato quale laboratorio politico per tutti i tentativi di destabilizzazione attuati dal potere democristiano che nient'altro era che l'espressione provinciale del potere imperialista statunitense. Crollato l'impero del male del socialismo reale (di cui parlavano i centri studi neoconservatori e l'amministrazione Reagan …si badi bene) e frantumatosi il blocco dell'Europa Orientale la contrapposizione si e' spostata lungo il limes mediterraneo tra Occidente e mondo arabo-musulmano. Chi riconosce che i nemici mortali del Fascismo e del Nazionalsocialismo europei sono stati le demoplutocrazie occidentali, l'America e la Gran Bretagna giudaizzate e sotto controllo sionista, beh non potrà che schierarsi con l'Islam tradizionale e rivoluzionario esemplarmente incarnato dalla Repubblica Islamica dell'Iran di Mahmood Ahmadinejad e con il movimento Hizb'Allah di Sayeed Hassan Nasrallah. Pensate che questa sia un'altra storia? Che non abbia niente a che vedere con i fatti della politica italiana? Che sia necessario prima affrontare i problemi di casa nostra? Mah…che volete che vi risponda: "uomini siate e non pecore matte, si che di voi, tra voi lgiudeo non rida" scrisse il Grande Dante Alighieri. Parola profetiche vista la kippizzazione della politica italiana…. Credete casuale che preferisca vivere a Beirut rispetto ad una delle tante "sionne" [ neologismo che sta per "luoghi egemonizzati dal sionismo", n.d.r.] sparpagliate per la penisola italiota? Mah… vedete voi. Almeno qua si combatte, sul serio. A leggere la politica italiana da questa parte del mondo, al di qua del Mediterraneo, pare proprio un autentico teatrino dell'assurdo dove ognuno – anche l'estremismo radical-chic della Destra Radicale e della Sinistra piu' o meno No Global –  sono mere bazzecole….Siamo seri per favore: stiamo parlando di cadaveri politicamente ibernati che son stati scongelati in funzione di logiche atlantico-sioniste facilmente individuabili. Domani quando servirà la mano d'opera dell'anti-islamismo militante ci sara' sempre qualcuno disponibile alla caccia al musulmano e ad incendiare una moschea. Ciechi e stronzi. Mi si permetta l'espressione: non si accorgono che il nemico principale, il nemico mortale dell'Europa, dopo aver sodomizzato una classe politica priva di alcuna dignità, sfrutterà questa xenofobia e quest'odio nazionalista per contrapporli ai loro alleati naturali. L'aveva capito Adolf Hitler che il mondo islamico era l'alleato naturale dell'Europa dell'Ordine Nuovo nazionalsocialista. Evidentemente c'è qualcuno interessato a imbrogliare le nuove generazioni che, praticamente a digiuno di informazioni, cadranno ancora nella ragnatela di questi manipolatori di verità. E se il neofascismo è allo sbando si chiedano lorsignori a chi ascriverne le responsabilità politiche dopo decenni di abboccamenti con ambienti sbirreschi: la sola verità è che questi se potessero entrerebbero mani e piedi nel palazzo a far da comparse nel circo mediatico del parlamentarismo da salotto di Vespa; al fianco dei vari Berlusconi, Prodi, D'Alema e Fini. Non mi sembra proprio che ci siano altre parole da aggiungere su un'area in decomposizione permanente che ha perduto la propria bussola e si ritrova prigioniera di stereotipi e parole d'ordine vecchie di venticinque o trent'anni. E pensare che "La disintegrazione del Sistema", volume di Franco Freda, rappresenterebbe ancora una possibilità che – unitamente a "Stato e Sistema" di Maurizio Lattanzio – non ha mai trovato recettibilità ne' trovato alcuno spazio d'attuazione proprio per l'assoluta indisponibilità dimostrata da quest'ambiente di contrapporsi al sistema dominante. Li capiamo, tutto sommato son pur sempre italiani.
Fine della prima parte- continua 
Antonella Ricciardi

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