Maestre Pie Venerini, un pezzo della storia caiatina

Caiazzo Maestre Pie Venerini, un pezzo della storia caiatina
Le Maestre Pie Venerini a S.S.Giovanni e Paolo- rappresentano una vera e insostituibile istituzione, che opera laboriosamente nel silenzio da oltre sessant?anni- prestando opera di apostolato e di bene: opera di immenso spessore, regalata ogni giorno con passione, amore e sacrificio. Furono i violenti bombardamenti a favorire alla fine del 1942 l?esodo da Napoli delle Pie Venerini- rifugiatesi come migliaia di napoletani nei piccoli paesi dell?entroterra casertano. Suor Loreta Mochi, indimenticabile madre superiora e maestra elementare, grande artefice del trasferimento da Napoli a Caiazzo nel suo libro ?Memorie?- racconta: ?La guerra, la terribile e sanguinosa guerra, della quale attraverso i secoli, mai si era vista l?uguale, di giorno in giorno si andava facendo sempre pi? furiosa, seminando tra le popolazioni atterrite, distruzione e morte?. Scenari terribili- che paradossalmente hanno procurato a diverse generazioni della piccola comunit? tanto bene: ?esodo guidato dal Signore, che anche dal male sa ricavare il bene?. Il 15 dicembre del ?42, Suor Loreta con altre consorelle, arriv? da Napoli)a SS.Giovanni e Paolo con diversi autocarri pieni di mobilia, sistemata nel maestoso palazzo donato alla curia da Donna Laura Sangiovanni (possidente, anima generosa del posto)- affinch? si svolgesse missione di bene. Il 22 aprile del 1943, il trasferimento di tutte le suore: il granaio divent? asilo (gratuito)- fu allestita l?aula scolastica, inaugurata il tre maggio dello stesso anno. Un bellissimo percorso -avviato da cinque suore e due aspiranti- proseguito negli anni dalle consorelle succedutesi nella missione. Presenti attualmente quattro suore- orfane della compianta Suor Lina Giannetti, ricordata nei giorni scorsi con una targa, che il Comune di Caiazzo intende posizionare nella nuova piazzetta comunale- gi? fondo delle Maestre Pie Venerini, per decenni messo a disposizione come spazio ricreativo, per i ragazzi della comunit?.

Beata Rosa Venerini, la fondatrice

Rosa Venerini nacque a Viterbo il 9 febbraio del 1656, da Goffredo Venerini e da Marzia Zampichetti. Terza di quattro figli, dotata di bellezza, intelligenza e sensibilit? non comuni: sin da giovane prediligeva una vita pienamente realizzata, al di fuori dei modelli tradizionali. Attratta sia dal matrimonio, sia dalla vita claustrale- impieg? molto tempo, nella sofferenza e nella ricerca, prima di giungere ad una soluzione del tutto innovativa per quei tempi. Segnata dalla morte del giovane fidanzato, del padre, della madre e di sua sorella Maddalena, avvenuta in breve tempo. Aveva 24 anni, quando s?incontr? con la povert?, spirituale e culturale diffusa nel popolo: formando la sua piet? energica ed essenziale alle fonti della spiritualit? di San Domenico -nel Santuario de ?La Quercia?- presso Viterbo, e a quelle della spiritualit? austera ed equilibrata di S,Ignazio di Lojola, con la direzione dei Gesuiti. La Beata Rosa, chiamata ad una missione pi? alta- decise di dedicarsi all?istruzione dei giovani, con una scuola vera e propria, fondata il 30 agosto 1685: la sua prima scuola per le fanciulle povere- e con il suo grande carisma(di aggregazione)- diede alla luce sempre a Viterbo la Scuola delle Maestre Pie Venerini, prima scuola femminile in Italia. Rosa e le maestre erano signorine, in seguito ottennero dalla chiesa i voti religiosi di ubbidienza, povert? e castit?. La sua genialit? ben presto sconfin? dappertutto- in due anni fond? a Montefiascone 10 scuole: sempre pi? forte era il desiderio di operare ed estendere il suo apostolato in altri luoghi. A ritmo frenetico si spostava in paesi e citt? di varie diocesi, fondando nuove scuole. Un metodo pedagogico apprezzato da tutti- quello adottato dalla Venerini- che l?8 dicembre 1713 nella parrocchia di S.Venanzio, apr? l?ennesima scuola(prima nella capitale)- poi nel Lazio e nell?intera penisola. Mor? a Roma nel 1729.

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