La danza invisibile. Mostra personale di Domenico Napolitano

Al Palazzo Art Museum di Parete, dal 5 al 15 aprile prossimo, sarà esposta la mostra personale “La danza invisibile” di Domenico Napolitano.
Il progetto espositivo, curato dall’Associazione La Tenda, che gestisce con straordinaria qualità le attività del PAM, e patrocinato dal Comune di Parete, ci mostra i dipinti recenti dell’artista, eseguiti per il Palazzo Ducale.
In questi dipinti recenti, la pittura di Napolitano, si sviluppa con la solita qualità espressiva, secondo stesure più rarefatte, in un’esplosione di colori, che sembrano quasi sul punto di nebulizzarsi.
Dipinti, pervasi da una tensione, uno sforzo enorme di bilanciamento, tra una potenza incontenibile e il tentativo di restringerla all’interno di un limite. Queste tensioni energetiche, rimandano alla particolare condizione umana.
Un “mondo” che sentiamo e percepiamo agitato da forze incontrollate, di segno opposto e contrario, violente, che sembrano obbedire soltanto al caos, ed al tempo stesso, il desiderio e l’urgenza di ricondurre il tutto ad un equilibrio, ad una ridefinizione del sistema. La tecnica pittorica sembra controllare i flussi di energia che percorrono il dipinto, i colori sono squillanti, forme iconiche sembrano affiorare da particelle sconosciute lontane nel tempo, quasi primordiali. È una pittura che sa distinguersi ed essere riconoscibile, originale, pur utilizzando uno dei materiali espressivi più antichi dell’arte. Sono colori, tessiture, emulsioni che ricompongono un immaginario progetto visivo, che scende ad un livello di verità fatto di fotoni, molecole, particelle che collidono. Il risultato non è quello della realtà tangibile che ci appare, ma una costante pratica della dissimulazione, quella danza invisibile della materia che appunto, dà il titolo alla mostra.
Un universo misterioso, dove possiamo solo supporre l’esistente.
In un suo recente scritto, l’artista dichiara: “Dipingo ipotesi, progetti, teorie visive. Non si tratta di trascendere la materia ad un livello spirituale dell’arte. Né di precipitare ansie e preoccupazioni sulla tela o di dare forma a pulsioni e istinti dell’inconscio. Io cerco collisioni di particelle, fotoni, quanti, energia primordiale. Immaginare, quì, non sta nel senso di trovare un’immagine, ma nel processo di formulare ipotesi, intuire tracce, segnali, impronte, scie. Sono una macchina poetica che non fabbrica cose, che non è utile, se non a cercare risposte, insistendo su un mistero dove le immagini familiari non possono più aiutarci.
I miei strumenti sono quelli dell’arte, nel mio caso della pittura. La danza invisibile della materia, ci circonda, ci penetra, miliardi di particelle che esistono in stati differenti, inafferrabili. È attraverso la traccia energetica del loro riverbero che forse ne possiamo intuire l’esistenza, così come avviene in quel campo di forza che è il dipinto, in quel miliardesimo di secondo. Materie leggere, anzi leggerissime, particelle, un bosone di Higgs.
Energia, campo, forza, esistenze infinitesimali. Un viaggio nel tempo più lontano e nello spazio più piccolo, a velocità che nemmeno possiamo pensare di concepire, che posso solo formulare attraverso ipotesi fantastiche, che non potranno mai essere provate.
È il viaggio mio, da quando rapidi tocchi, quasi per paura di fare ammutolire il processo, suggerivano mondi ancora al di là da venire, cose che si perdevano nella vastità dell’universo, varchi che schiudono le porte di un territorio invisibile. Il quello spazio dove il viaggio degli scienziati è guidato da un qualcosa che li accomuna agli artisti. Un territorio invariabile dove la nostra percezione della realtà, non ci spiega nulla, dove invece ciò che consideriamo paradossale e lontano, è forse una possibilità, un mondo delle cose”.
L’inaugurazione è fissata venerdì 5 aprile alle 18.30 ed è visitabile tutti i giorni, sabato e domenica su appuntamento, chiamando il 338.2759611 o il 366.3374085, dalle 17.00 alle 20.00.

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