Uomini del Colorado vi saluto e me ne vado

“Uomini del Colorado vi saluto e me ne vado”.
Con questa frase il giornalista Mario Francese salutava i colleghi a fine giornata. Mario Francese, giornalista siciliano, è stato ucciso dalla mafia, perché si occupò di un’inchiesta sui nuovi interessi della malavita, nel settore degli appalti pubblici e sull’insidioso invisibile patto fra Stato e criminalità organizzata. Francese fu tra i primi a raccontare che l’omicidio di Peppino Impastato era stato un delitto di mafia e non un atto terroristico. Riuscì ad intervistare Ninetta Bagarella, moglie di Totò Riina, ma l’inchiesta più importante fu quella sui miliardi stanziati per la ricostruzione post terremoto del Belice dove scoprì che don Peppino Garda, boss di Monreale, aveva investito 100 milioni ricavati da una vendita di case in un latifondo, nei pressi del Lago Garcia. Nel 1975 Totò Riina e i corleonesi, presentarono un progetto per la costruzione di una diga in quei terreni, ottenendo l’approvazione. Per la sua inchiesta, Mario Francese si avvaleva delle informazioni del Colonnello dei Carabinieri Giuseppe Russo. La collaborazione terminò nel 1977 con l’omicidio del Colonnello, monito per il giornalista Francese, che malgrado tutto e consapevolmente, andò avanti nella sua inchiesta fin troppo scottante fino ad essere assassinato il 26 gennaio del 1979. Il caso fu inizialmente archiviato, ma venne riaperto nel 2000 per volere del figlio Giuseppe Francese. Il processo condusse alla condanna di Riina, Madonia, Bagarella, Geraci, Calò. A processo finito Giuseppe Francese, ormai stremato psicologicamente, si suicidò. Il 24 giugno del 2013 la diga fu intitolata a Mario Francese.

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