Oltre la siepe

Quanti di noi, da bambini o adolescenti ci siamo imbattuti in una folta vegetazione di un lauro ceraso a formare una siepe che impediva di guardare oltre!
Il fanciullo genera la curiosità, come afferma il Galimberti, è motivato dall’atteggiamento esplorativo dell’ambiente circostante e il vedere cosa c’è al di là della siepe immerge il fanciullo in un ambiente altamente immaginario.
Nel passato, il genitore usava la siepe come strumento intimidatorio che incitava il fanciullo a comportarsi bene ritenendo che dietro quel cespuglio si celava l’uomo nero!
Del resto è noto che nei thriller, la siepe, la foresta, il bosco diventavano strumenti di suspanse!
Dunque, tutto era lasciato alla nostra immaginazione!
La mente forgiava tanti pensieri, a volte erano piacevoli fantasticherie. In effetti, nel nostro immaginario, bastava oltrepassare la siepe e ci si trovava catapultati in una dimensione spazio-temporale in cui il futuro diventava presente.
Un po’ come “l’antico” muretto!
Una realtà che si toccava con mano. Il muretto… il nostro amico diventava depositario di tanti segreti, fantasie e sogni: tre elementi concreti che determinavano aggregazione, spensieratezza e futuro.
Come la siepe che ti lasciava sognare, immaginare la realtà che si sarebbe trovare al di là della stessa, anche il muretto rappresentava il punto di partenza di un viaggio senza confine proiettato in un domani e….
Quei ragazzi, ormai adulti, hanno abbandonato e dimenticato il muretto lasciandolo lì sempre al solito posto con segni di vecchiaia ma in attesa di nuovi frequentatori che ancora hanno voglia di sognare, dialogare, confrontarsi e programmare un roseo domani.
Tuttavia, la nostalgia di quel muretto oggi è viva più che mai!
Ma quanti di noi tornerebbero a sedersi sul quel solido e sicuro muretto!!

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