Le relazioni come specchio di noi stessi!

Cosa accade quando incontriamo una persona e ci entriamo in sintonia e, poco tempo dopo scopriamo aspetti di lei che non ci aggradano? La teoria dello specchio di Lacan ci aiuta a comprendere.
Secondo l’autore, la costruzione della nostra identità personale si produce tramite la ricezione di noi stessi negli altri, i rapporti che manteniamo con gli altri sono riflessi o proiezioni di aspetti della nostra personalità che ci piacciono o meno.
Così come ci sono parti del nostro corpo e della immagine che non ci piacciono. Dunque, alcune delle caratteristiche che ci piacciono meno degli altri li ritroviamo in noi, anche se in forma simbolica. Quello che non gradiamo degli altri è in parte anche quello che non gradiamo di noi stessi. La teoria dello specchio mette in evidenzia diversi approcci: proteggerci dagli altri in seguito a una visione dalla quale sorge una domanda: “Perché sto vivendo questa condizione con questa persona e cosa c’è in me di quello che non sopporto in lei?”. Noi non siamo capaci di vedere le nostre ombre e persino le nostre virtù, allora la vita quotidiana ci regala relazioni per farci capire cosa risiede in noi. L’altra persona è uno specchio che riflette la nostra immagine e ci offre la possibilità di ritrovare noi stessi. Facciamo un esempio: immaginate di non sopportare l’egoismo del vostro partner o di un amico. Forse state proiettando la parte di voi che è egoista che rifiutate. Se agisse in modo diverso, questa persona potrebbe riflettere quanto poco fate valere i vostri interessi. Forse badate sempre agli altri e li mettete davanti alla vostra persona. In un modo o nell’altro, vi sta fornendo informazioni molto utili per la vostra conoscenza. Forse pensate che il vostro capo sia troppo esigente con voi. Forse anche voi siete molto esigenti e perfezionisti con voi stessi e il vostro capo non è altro che un riflesso di questa esigenza che vi auto imponente. Più o meno tutti abbiamo vissuto stress emotivi forti causandoci delle ferite emozionali profonde, divenendo prigionieri di queste emozioni mantenendole in una prigione fittizia. Stare bene con noi stessi significherebbe trasformare questi vissuti in esperienza e saggezza così che ci servano da impulso per superarci. Purtroppo accade anche che le nostre ferite finiscono per divenire parte del nostro inconscio influenzando i nostri pensieri, stati d’animo e comportamenti, vivendo costantemente intense carenze affettive avute origine in tenera età, ma che diventano vive e forti.

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