Dipendenza da social network: la dipendenza del millennio
Andreassen e Pallesen definiscono la dipendenza dai social network, come un “essere eccessivamente preoccupato dai social network, essere spinto da una forte motivazione a connetterti o a utilizzare i social network e devolvere loro così tanto tempo e sforzo da compromettere altre attività sociali, di studio o lavorative, relazioni interpersonali, e/o la salute psicologica e il benessere”. Diversi studi, individuano un’impressionante somiglianza tra dipendenze chimiche, dovute al consumo di droghe, e dipendenze comportamentali, quali il gioco d’azzardo patologico, entrambe vengono attivate dagli stessi meccanismi neurologici e psicologici: essere costantemente e continuamente attaccato allo smartphone da avere 2 cellulari al posto delle mani; salienza, le persone passano molto tempo sui social network; tolleranza, rimanere connessi per raggiungere un alto livello di piacere; modificazioni dell’umore, si arriva a utilizzare i social network per ridurre sensazioni di colpa, ansia, depressione; astinenza, le persone mostrano tipicamente segni di stress, impazienza, disturbo o irritabilità per il solo fatto di non poter accedere ai loro account social; conflitto, le priorità non sono più gli hobby, le attività all’aperto, lo sport, lo studio, il lavoro, i familiari o gli amici; problemi l’utilizzo eccessivo dei social Network amplifica la sofferenza già esistente; e dulcis in fundo l’ossessione di svegliarsi la mattina con l’unico scopo di controllare le notifiche e novità dei social. Ritengo importante fare una distinzione tra la dipendenza e il normale coinvolgimento nell’utilizzo dei social network. La dipendenza è associata a conseguenze gravi, l’essere connessi diventa incontrollato e compulsivo, con ricadute: sui ritmi del sonno; sulle relazioni; sul benessere psicofisico. Ci chiediamo spesso cosa rende i social attraenti? L’obiettivo principale dei social è innescare delle dinamiche per capire come ottenere l’attenzione degli utenti per il maggior tempo possibile, aumentando sempre di più le distanze emotive relazionali, viviamo mondi virtuali e, l’immaginazione domina sempre di più. La dipendenza dai social sta prendendo sempre più piede, diventando sempre più divampante, ma uscirne si può e si deve. L’auspicio è naturalmente quello di ritornare a un uso sano, lucido e proficuo dei social basta quantomeno volerlo, perché volere è potere.
Ci sono solo due industrie che chiamano i loro clienti ‘user’: quella delle droghe illegali e quella dei software”. Edward Tufte