Osservare i capolavori umani

Educare al culto del bello non è difficile basta guardarsi intorno.
C’è da chiedersi: “Come può la mente umana creare così affascinanti capolavori?” Quando nel cuore dell’autore dell’opera c’è amore, si crea, attraverso la scrittura, il disegno, la scultura, delle opere d’arte belle, frutto di una mente creativa conoscendo le tecniche, trasformando in materia ciò che sente. Lo dimostra la commedia di Dante, chiamata Divina per l’argomento che tratta, collocando la sua amata irraggiungibile, Beatrice nel Paradiso, come guida spirituale, poiché lui aveva perso “la retta via”. Dopo l’esperienza del viaggio a Roma, in occasione dell’apertura della Porta Santa, vedendo nel volto della gente gioia, luce e allegria decide, di inventando l’endecasillabo, cioè undici sillabe, di scrivere la sua opera. Quindi ogni opera d’arte risente di quello che vive l’autore. Nel campo del disegno in particolare nei dipinti di Botticelli, si nota l’influenza del Frate carmelitano Filippo Lippi il quale oltre a dipingere donne, fa anche il Don Giovanni, invece di rispettare, ingravidando una suora, senza rispettare la tunica che indossa. E di quest’uomo il Botticelli, il quale si è formato come i fratelli nella bottega di un orafo famoso, eredita la predilezione per il tema della Madonna col bambino. Attraverso i dipinti Sandro Botticelli evoca la sua visione della maternità. Nel dipinto della Madonna del libro si osserva una donna con l’aureola, quindi Santa ed un bambino con l’aureola e al braccio sinistro una corona di spine. Mi da l’impressione di una mamma, che cerca di evadere dalla sorte futura del figlio trovando refrigerio nel leggere preghiere. Lei indossa un manto blu con dipinto la stella. Il bambino guarda la mamma che lo educa fin da piccolo a lodare Dio. Sullo sfondo si vede un cesto con frutta: fichi, ciliege, prugne, che suppongono abbiano un significato. Quello che rese famoso il Botticelli fu il dipinto di una donna che si copre a malapena, su una valva di conchiglia, dirigendosi verso la riva, grazie anche al soffio di Zefiro e Aura, dove l’attende un’altra donna con un manto fiorato per coprirla.
La fama del Botticelli viene offuscata dal poliedrico ed irascibile Michelangelo a cui viene commissionato di realizzare una statua che raffiguri il grande personaggio biblico di Mosè, per la tomba di Giulio II. La statua viene collocata nella Basilica di San Pietro in Vincoli forse perché lo scultore realizza due corna invece di due raggi sulla testa.
Ciò dimostra come l’uomo può sbagliare nell’interpretazione di un testo o di una traduzione errata. A mio modesto parere il Michelangelo non ha usato il pensiero critico o era ignorante della conoscenza di ciò che ha fatto quest’uomo dando la legge divina, quindi è illogico raffigurarlo con le corna come se fosse un angelo ribelle. In conclusione, avere la mente impegnata al gusto del bello, rinfresca il nostro essere e fa bene al cuore.

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