Non solo Siena: da Ferrara a Rieti fino ad Enna, le affascinanti tradizioni medievali che attirano grandi e piccini

Il nostro Paese, stratificazione di millenarie storie e mescolanze di genti, ha una delle maggiori concentrazioni al mondo di beni culturali e tradizioni. Poco importa, potremmo dire, se ufficialmente siamo al primo posto, davanti alla Cina, nella speciale classifica dell’UNESCO. Agli italiani, le tradizioni, interessa molto più “praticarle” e viverle, talvolta con particolare impeto. Per dimostrare questo vero e proprio tifo culturale, in buona percentuale spinto dagli antichi costumi medievali, epoca troppo spesso invisa di eccessiva negatività, basta riferirsi alle tante manifestazioni di gioco, rievocazione e religiosità di quartiere che caratterizzano molti Comuni del nostro amatissimo stivale.
Tutti conosciamo il Palio di Siena, la “manifestazione medievale” per eccellenza, motivo di tifoseria e fede di quartiere talmente profonda da condizionare addirittura la vita di questa bella cittadina toscana. Ogni estate, tra luglio e agosto, nella splendida Piazza del Campo, ben 17 quartieri si sfidano attraverso una storica corsa di cavalli, non di rado perfino crocevia di inutili polemiche pseudo-politiche, che si compie attraverso il laico rito dei tre giri di pista. Il quartiere vincitore, manco a dirlo, conquista onore e riverenze dai concittadini conservandole orgogliosamente fino all’anno successivo!
Ma non esiste solo Siena, come dicevamo. Tra gare, giostre e processioni, in Italia le tradizioni di ascendenza medievale coinvolgono numerosi borghi e città da nord a sud, tra cui spiccano eventi del calibro del Palio di Ferrara, del Drappo Verde di Verona, dell’antichissimo Palio della Botte di Avellino o ancora del divertente e più “moderno” Palio della Tinozza di Rieti, inserito nell’ambito dell’annuale Festa del Sole. Non meno, andando ancora a zonzo per la penisola, grandi folle partecipano al giocoso e tridimensionale Palio dell’Oca in provincia di Pesaro-Urbino, al carnevalesco Palio del Viccio in provincia di Bari o al tanto celebrato storico Palio dei Normanni di Enna, in Sicilia.
Se il Palio di Ferrara, che mette a confronto 8 contrade, 4 entro le mura e 4 fuori, “statuito” nel 1279 e ripreso con vigore nel 1933, rappresenta un’altra delle interessantissime gare equestri di ascendenza medievale, in una città il cui centro storico è patrimonio UNESCO, anche altre realtà limitrofe, a pochi chilometri di distanza, conservano antiche competizioni. È il caso di Copparo, ridente centro a 20 minuti dalla città degli Este, nella cui Piazza del Popolo dagli anni ’70 si rievocano le gesta medievali e le battute di caccia che Ercole II organizzava proprio in questa verdissima zona scelta come sede di una delle diciannove “delizie” della nobile dinastia emiliana.
Identica situazione nel Lazio, dove ad affiancare la competizione nelle tinozze a Rieti arrivano le gare equestri del Palio di Morlupo a Roma nord, celebrate ogni anno in onore dell’Assunta, con cavalli di rango il Ferragosto e con i mezzosangue il giorno seguente, riprendendo la medievale tradizione della corsa breve in salita tra i sei rioni del Comune che domina il Tevere. Ma oltre alle gare, il Lazio si fa notare anche con la moda. Sì, avete capito bene. A poca distanza da Rieti, ogni anno si svolge il cosiddetto Palio del Velluto di Leonessa, antica manifestazione religiosa, dedicata ai santi Pietro e Paolo, istituita da Ferdinando I d’Aragona nel 1464 combinandola ad una fiera allietata da «bifferai, citaristi, trombetti, tubicini ciarammellari e timpanari et altri sonatori», come si rileva perfino dal Calendario ufficiale delle feste del Regno di Napoli in cui è chiaramente citato l’importante appuntamento nel rietino. L’evento, in effetti, lega il proprio nome alle fiorenti attività di tessitura locale del medioevo, un modo primordiale per promuovere, diremmo oggi, i propri prodotti da esportare verso i comuni limitrofi, trasformatosi ben presto in vera e propria religione sportiva tanto da esser sospeso per scontri tra tifoserie, nel 1557, e per la conseguente morte di diversi popolani.
In Campania, come in altre località costiere della penisola, alla categoria dei palii si uniscono, ampliandone il significato, le regate storiche. È in questo contesto che, ad affiancare il già menzionato Palio della Botte di Avellino, che ricorda tante manifestazioni nordeuropee legate alla produzione di birre e whisky, dobbiamo citare il Palio delle Antiche Repubbliche Marinare, manifestazione molto sentita ad Amalfi che si svolge annualmente, e a rotazione, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Non troppo distante, nonostante la notorietà data dal film “Benvenuti al Sud”, Santa Maria di Castellabate si pone in evidenza anche per il Palio della Stuzza, una giostra ultracentenaria tra le più note del Cilento, annualmente celebrata il 14 agosto in concomitanza con i festeggiamenti della patrona locale Santa Maria a Mare. Di taglio tipicamente marinaresco, la gara è retaggio delle movenze e delle difficoltà cui erano sottoposti i pescatori, ancora oggi permessa ai soli residenti che, con uno straordinario senso dell’equilibrio, devono camminare sul tradizionale lungo palo di legno cosparso di grasso animale, con lo scopo di afferrare tutte e tre le bandierine poste alla sua estremità senza cadere in acqua!
In Toscana, poi, sebbene Siena saturi il sipario regionale, c’è da divertirsi anche grazie alla bellissima Giostra del Saracino di Arezzo, torneo cavalleresco che unisce la gara equestre alla coloratissima rievocazione storica delle peculiarità e dei costumi dei 4 quartieri cittadini.
Non si può, a questo punto, che menzionare Il Palio dei Normanni del Comune di Piazza Armerina, in provincia di Enna, rievocazione storica siciliana della vittoria dei Normanni, guidati dal conte Ruggero d’Altavilla, contro gli infedeli musulmani. Una cittadina, famosa per la Villa romana del Casale, patrimonio UNESCO dal 1997, che deve dividere un po’ di fama con Siracusa e la sua Regata dei quartieri, manifestazione legata a doppio filo con la Seconda guerra mondiale e alla necessità di sopravvivere al pericoloso periodo bellico.
Ovunque il nostro occhio si posi, per dirla tutta, c’è un pezzo di tradizione medievale che ci chiama, ma se volete davvero divertirvi e far finta di essere catapultati in un periodo di cavalli, dame, cavalieri e spade, beh non vi resta che scegliere a quale palio assistere. Buona giostra a tutti!

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