I Måneskin al Coachella 2022: una ricca performance e la protesta contro la guerra

La band romana infiamma ancora una volta il pubblico amante del rock, ma stavolta accade in California, durante uno dei più noti eventi del panorama musicale mondiale, il Coachella Valley Music and Arts Festival. L’evento, tenutosi tra il 15 e il 17 aprile e tra il 22 e il 24 dello stesso mese, ha quest’anno riempito di musica la città di Indio, nella Contea di Riverside, dopo due anni di silenzio causati dalla pandemia.
Anche l’Italia è presente al Coachella con i Måneskin, in seguito ai numerosi concerti e alla fama sempre più fiorente a cui i quattro giovani sono andati incontro dopo aver vinto con “Zitti e buoni” il Festival di Sanremo nel 2021 e l’Eurovision Song Contest pochi mesi dopo.
La loro performance al Coachella è iniziata proprio con questo famoso brano che li ha consacrati al successo, una sferzata rock che quasi ha fatto pensare al pubblico e alla critica di tutto il mondo che questo genere musicale – relegato agli anni ’60 e ’70 e soggetto nel tempo a rielaborazioni – stia tornando a rinascere proprio tramite i giovani del nuovo millennio.
In seguito, sul palco statunitense, è esplosa la rabbia tra le parole di “In nome del padre”, un brano che si focalizza sulle difficoltà che implica la carriera di un personaggio famoso – specie la fama improvvisa a cui sono andati incontro gli stessi Måneskin – tra cui la continua esposizione alla pressante opinione pubblica (“Di cos’è fare l’artista te ne hanno mai parlato?”).
Il pubblico è poi andato in visibilio con la famosa “Mammamia”, uscita subito dopo il successo della band all’Eurovision Song Contest, un pezzo in lingua inglese, audace e con qualche punta di ironia (“They ask me why I’m so hot, ‘cause I’m Italiano”).
È poi il turno di un classico sempre proposto nei loro concerti, l’interpretazione di “Beggin’”, una hit del 1967 dal sapore soul, rivisitata dai Måneskin in chiave rock nel 2017. Un’altra cover proposta durante il concerto è stata “I wanna be your dog”, pezzo del 1969 degli Stooges, la band del cantautore Iggy Pop. Proprio quest’ultimo ha collaborato con la band romana, ad agosto del 2021, all’incisione di una nuova versione di un singolo firmato Måneskin, “I wanna be your slave”.
Settimo e ultimo pezzo che chiude un’esibizione già ricca e provocatoria, è “We’re Gonna Dance on Gasoline”, un brano scritto per la campagna del Global Citizen #StandUpForUkraine in segno di supporto all’Ucraina. La voce di Damiano David canta in lingua inglese le seguenti parole “Come puoi chiudere i tuoi occhi se vivi con tutte quelle vite sulle tue mani?” (“How do you close both your eyes living with all of those lives on your hands?”). Insieme a questo grido forte e chiaro contro i violentissimi attacchi a cui il leader russo sottopone la popolazione ucraina ormai da due mesi, il cantante non esita a continuare la protesta: “Free Ukraine, fuck Putin! […] Vi siete divertiti? Anche noi ci divertiamo, è un privilegio vivere mentre le bombe cadono sulle città”. Questo afferma rivolgendosi al pubblico del Festival, un invito a riflettere sulla condizione sociale di ogni essere umano, ma anche a mobilitarsi contro chi ha i mezzi per proteggere la stessa e li usa invece per spargere morte e distruzione.
E non è finita qui: il gruppo rock decide di lasciare il segno citando, in chiusura, il noto discorso della pellicola “Il grande dittatore”, frasi pungenti con cui Charlie Chaplin prendeva di mira Hitler, in un apparentemente lontano 1940.

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post