Il Ministero della Salute: cozze cilene sgusciate cotte congelate al cadmio, scatta il richiamo per rischio chimico

Non buone notizie per il consumatore che crede nella genuinità dei prodotti facenti capo alla grande distribuzione. Ma non sono giorni buoni in generale per i consumatori italiani. Il Ministero della Salute ha diramato il richiamo di un lotto di cozze sgusciate proveniente dall’estero che non rispetta i nostri standard per quanto riguarda l’utilizzo di prodotti chimici e relativi residui. Tutta colpa di una partita di “Cozze cilene sgusciate cotte congelate”, al cadmio, a marchio SOC PESQUERA LANDES SOCIEDAD ANONIMA con sede a Dalcahue, Comune del Cile della provincia di Chiloé nella Regione di Los Lagos, scoperta dai controlli effettuati dal dipartimento di sanità pubblica e sicurezza alimentare nazionale, finiti nelle rivendite e nei ristoranti in tutta Italia. Il marchio di identificazione dello stabilimento è 10937, mentre il nome o ragione sociale dell’OSA a nome del quale il prodotto è commercializzato è Panapesca S.p.A., con sede dello stabilimento in via Mazzini n. 31 a Massa e Cozzile, in provincia di Pistoia. Il numero del lotto di produzione coinvolto nel richiamo è 200497. In questo caso la data di scadenza o termine minimo di conservazione indicata sull’avviso di richiamo è il 03-03-2022, mentre l’unità di vendita è rappresentata dal prodotto sfuso venduto in confezione da 9 kg. Il motivo del richiamo è un rischio chimico, cioè la presenza di cadmio che supera i limiti consentiti dalla legge. Il cadmio, utilizzato soprattutto nell’industria delle vernici e delle batterie, è un metallo estremamente tossico che provoca numerose patologie, tra cui alcune letali come attacchi di cuore, cancro e diabete. Il cadmio sostituisce lo zinco in molti complessi metallo-enzimi e molteplici sintomi causati da tossicità da cadmio possono essere condotte di una carenza di zinco indotta da cadmio. Si concentra nei remi, nel fegato in altri organi. È considerato più tossico sia del piombo che del mercurio. Pertanto si consiglia alle ditte di prodotti ittici e ai titolari delle rivendite all’ingrosso di prodotti alimentari di bloccare la vendita di questo lotto. Il reato previsto è quello di commercializzazione di alimenti non conformi alla normativa vigente punito con una ammenda di 2.580,00 euro. La segnalazione è stata diffusa anche dal Sistema rapido di allerta europeo (RASFF), classificata come decisione di rischio grave, è stata inviata dal Ministero della Salute italiano e pubblicata sui relativi siti dei nuovi portali dedicati alle allerte alimentari.

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