Ricordo di Antonietta Castagna: per 52 anni ha sostenuto l’attività missionaria di Padre Angelo Guttoriello
Ci siamo salutati due giorni prima che morisse. Nel primo pomeriggio era venuta a casa mia a Sparanise per parlarmi di Padre Angelo, che da qualche giorno ci aveva lasciati. Abbiamo parlato una mezz’ora e ci siamo dati appuntamento a fine mese per ricordare ancora padre Angelo con qualche iniziativa. Era stata lei la prima a comunicarmi la notizia della morte del missionario, avvenuta mercoledì 5 maggio scorso, alle ore 13, a Bujumbura, nella casa di formazione dei Padri Saveriani. Aveva 82 anni e si trovava debilitato dalla malattia. Lei invece, nonostante i suoi ottant’anni, non aveva perso l’entusiasmo missionario e ancora raccoglieva fondi da inviare in Burundi. Non aveva pensato nemmeno un istante di interrompere la sua azione missionaria. Lo aveva detto a Padre Angelo che avrebbe continuato ad aiutare la sua missione in Burundi. Rimasi colpito della sua visita inaspettata e dalla sua instancabile opera missionaria. “Ora penso a cosa possiamo fare, mi disse, magari ci rivedremo la settimana prossima. Ma Antonietta Castagna, stimata insegnante in pensione, per moltissimi anni presso la Scuola Elementare di Sparanise, il 21 maggio scorso, improvvisamente, ci ha lasciati. E’ stato un colpo al cuore. Non so chi a Sparanise, a Calvi Risorta, a Francolise, non ne conosca il nome, la discrezione, la bontà, il suo amore per le missioni, per la vita, per le persone bisognose. Incominciò ad insegnare alla scuola elementare di Francolise, poi passò in quella di Sparanise e vi è rimasta 40 anni fino alla pensione. A Sparanise ha avuto molti motivi per farsi amare: l’insegnamento, il volontariato verso le opere missionarie di padre Angelo e gli anni di catechismo in parrocchia. Fino all’altroieri che ci ha lasciati a causa di un infarto. Sono cose che capitano: darsi appuntamento, progettare insieme cosa fare e poi non rivedersi più, magari morire. Ma la morte di Antonietta ci ha turbati. E’ il destino dei grandi spiriti quello di lasciare un vuoto incolmabile e poche parole. Appariva davanti agli occhi con un sorriso, un saluto e poi spariva. Noi che l’abbiamo conosciuta così semplice, umile, naturale, facciamo fatica a ritornare indietro nel tempo. Succede così per le persone care: non sappiamo da dove cominciare per parlarne. Ma Dio ha permesso che Antonietta, anno dopo anno, (non senza difficoltà), diventasse per tutti i suoi vecchi alunni e i suoi volontari del Gruppo Missionario un modello da seguire. Ricordo un giorno in cui mi spiegò com’era nata l’idea della Mostra Missionaria.
“La prima uscita, disse, avvenne giù alla Posta, nello spazio antistante il bar della famiglia Vittorio Merola. Cinquanta due anni fa. Fin dall’inizio ci rendemmo conto che il termine “missionaria” era tutto un programma: a nulla sarebbe servita la raccolta dei fondi se poi non si era disposti a vivere l’iniziativa come una scelta importante di relazioni umane. Le persone dovevano venire prima di ogni altra cosa. Ce lo ricorda, diceva, Padre Angelo: i bambini, gli anziani, gli amici, i nostri concittadini rientrati per la festa, le persone provenienti dai paesi limitrofi, i giovani, tutti devono percepire che sono importanti e amati come un dono. In questo obiettivo non sempre ci siamo riusciti, La persona deve essere vista come un fine, mai come un mezzo per realizzare sia pure progetti nobili. L’unico interesse deve essere l’amore. Solo per questo ogni anno rinnoviamo l’invito ad artisti, ai negozianti, ai simpatizzanti, di condividere lo spirito e le finalità della Mostra Missionaria. Con la scomparsa di Antonietta Castagna, Sparanise non ha perso solo una brava insegnante, una stimata catechista, ma una persona molto umana e perbene. Chi l’ha conosciuta sa che il suo obiettivo era quello di tessere rapporti umani, ricucire strappi; sa che era discreta e sapeva consigliarti. Sa anche che amava la vita e lottava per essa. Un amore che la portò ad ottant’anni suonati a partecipare alle ultime due Marce per la vita a Caserta. Non solo a partecipare, anche a dare la sua testimonianza contro l’aborto, dal microfono, durante la manifestazione. Una testimonianza forte che la faceva emozionare e che faceva commuovere.