Ci ha lasciati Padre Angelo Guttoriello da 54 anni in Burundi dove ha costruito case, strade chiese scuole ed ospedali

Ieri mattina, Padre Angelo Guttoriello, ci ha lasciati: ha lasciato il Burundi, i bambini, le donne, giovani e i poveri del Burundi ai quali aveva dedicato la vita. Un servizio che è durato sessant’anni, svolto sempre con discrezione, umiltà, serenità, gioia. Il servizio difficilissimo, quello del missionario, svolto con l’entusiasmo di un bambino fino alla fine. Questa mattina padre Angelo ha lasciato un grande vuoto anche nei Padri Saveriani, negli sparanisani ed in quanti hanno avuto modo di conoscerlo. Ricordo un giorno a Teano in cui durante una lunga passeggiata mi spiegò cos’era la Provvidenza. E’ morto un santo.
La missione di Padre Angelo a Gasura. La Missione di Gazura è un angolo sperduto del bollente Burundi, senza ospedali, senza medici, senza alcuna assistenza sanitaria. A Gazura la gente soffre la carestia per mancanza di piogge e i bambini muoiono, perché non riescono a nascere. Qui il 96 per cento della gente vive in capanne di fango coperte da foglie e mangia fagioli, granoturco e banane alimentari. Non c’è igiene a Gazura, né scuola statale e si muore di malnutrizione e di malaria. Non esiste un ospedale in tutta la città e i villaggi vicini. Non c’è un medico per 90 mila abitanti, ma solo due infermiere volontarie, che svolgono funzioni dei medici in prima linea. In tutta la Missione c’è una sola scuola media con 40 ragazzi. L’80 % della popolazione è analfabeta, il 20 % arriva alle elementari e solo i più fortunati frequentano le scuole dei Padri missionari Saveriani: 5 anni, due lezioni alla settimana e, alla fine, riescono solo a leggere, a scrivere e fare qualche conto, nella loro lingua, il Kirundi. Padre Angelo Guttoriello era in Burundi da cinquant’ anni: partì da Sparanise (Caserta) nel lontano 29 agosto del 1970, aveva 28 anni, oggi ne ha ottanta. In terra di Missione ha costruito un padiglione per l’assistenza al parto delle donne in gravidanza ed un ambulatorio, perché a Gazura le donne e i bambini muoiono a causa dei parti difficili, per la malaria, la malnutrizione e per l’Aids. Padre Angelo, nella missione di Gazura vive con un altro missionario saveriano: padre Ignazio, messicano. Una missione di 90 mila abitanti, dei quali solo 20 mila sono battezzati e sparsi tra la chiesa centrale e nove “succursali”, lontane tra loro anche 20 chilometri di distanza. La sua prima destinazione fu Rutoru nel sud del Burundi e vi rimase un anno. Poi andò a Rumeza per altri quattro anni, finché non si trasferì nel Nord a Gisanze dov’è rimasto per altri 16 anni. Infine è venuto il momento di fondare una nuova missione a Gazura, ai confini con il Ruanda e la Tanzania. Una zona desolata dove la stagione secca da fine maggio a ottobre, brucia il terreno e arroventa le poche stradine; dove la mancanza di pioggia porta la carestia e le mamme bambine hanno dieci figli e possono morire dissanguate durante il parto.

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